Il trabocco, nato per far fronte ai bisogni delle genti che popolavano le coste abruzzesi, è una macchina da pesca concepita per pescare senza doversi avventurarsi in mare aperto. Costruito con tronchi di pino d Aleppo e funi, ha una forma che ricorda una palafitte protesa sul mare, semplice, flessibile, umile come la maggioranza degli Abruzzesi che nel trabocco si riconoscono e che lo considerano uno dei simboli di questa terra “forte e gentile". Anche Gabriele D'Annunzio ne è stato conquistato e nel “Trionfo della morte" lo celebra come “la grande macchina pescatoria simile allo scheletro colossale di un anfibio antidiluviano". Oggi è un’ attrattiva paesaggistica e turistica che unisce la terra e il mare dell’Abruzzo. Cattura i i 5 sensi del visitatore: la vista per i colori e la vastità del mare e della costa, l’udito per la voce del mare, l'olfatto per i profumi della macchia mediterranea, il gusto per l'aria salmastra e il buon cibo di mare e infine il tatto che viene accarezzato dalla brezza marina. L'anima ne verrà rapita.