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SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DEL CARMINE (DETTA SABBIONARA)

SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DEL CARMINE (DETTA SABBIONARA)

BAZZANO, BOLOGNA

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SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DEL CARMINE (DETTA SABBIONARA)
La chiesa della Beata Vergine del Carmine, posta sulla riva del torrente Samoggia lungo la strada che conduce a Castelfranco, risulta già esistente nella seconda metà del XVI secolo. È conosciuta comunemente come chiesa della Sabbionara, poiché la leggenda vuole che l’icona della Madonna venisse trovata sotto la sabbia del fiume. L’esistenza di questo edificio è attestata già alla fine del Cinquecento (1586). Il santuario in origine era di dimensioni inferiori a quelle attuali, poiché una porzione della chiesa odierna era in realtà occupata dal portico, che si apriva sulla parte anteriore dell’edificio, aggiunto alla costruzione nel 1630. La ristrutturazione dell’edificio comportò anche la costruzione della sacrestia, che venne iniziata nel 1631, e l’acquisto di una campana nuova per il campanile. Questo primo restauro della Sabbionara fu operato per volontà di alcune famiglie bazzanesi, grate alla Madonna per averle scampate dalla terribile epidemia di peste. Originariamente dedicata alla Beata Vergine delle Grazie, la chiesa mutò intitolazione, quando, contestualmente ai lavori di ristrutturazione dell’edificio, vi fu eretta la Confraternita della Beata Vergine del Carmine. Nel 1879, la chiesa venne restaurata per la seconda volta e si può presumere che in quella occasione venisse chiuso il portico antistante, inglobandolo nel corpo della chiesa, che divenne in tal modo più ampia. Proprio in virtù di questo restauro e considerata la grande frequentazione di questa chiesa, il cardinale Parocchi, arcivescovo di Bologna, attribuì a essa il titolo di ‘santuario’. Il santuario, a una sola navata, fu completamente affrescato nell’Ottocento dal bazzanese Pio Passuti, che lo abbellì con decorazioni allegorico-floreali (realizzate dopo il 1879). Sull’altare era posto il quadro della Madonna col Bambino, di autore anonimo, ma attribuibile al XVII secolo, trafugato alcuni anni fa e sostituito da una copia. Ai lati di questo quadro altri due dipinti, anch’essi d’autore anonimo e attribuibili allo stesso periodo, raffiguranti rispettivamente S. Sebastiano e S.Rocco, i santi invocati a protezione della peste. Alla parete a sinistra è appeso un grande crocifisso. dal sito www.parrocchiadibazzano.it - testo a cura di Aurelia Casagrande

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La chiesa della Beata Vergine del Carmine, posta sulla riva del torrente Samoggia lungo la strada che conduce a Castelfranco, risulta già esistente nella seconda metà del XVI secolo. È conosciuta comunemente come chiesa della Sabbionara, poiché la leggenda vuole che l’icona della Madonna venisse trovata sotto la sabbia del fiume. L’esistenza di questo edificio è attestata già alla fine del Cinquecento (1586). Il santuario in origine era di dimensioni inferiori a quelle attuali, poiché una porzione della chiesa odierna era in realtà occupata dal portico, che si apriva sulla parte anteriore dell’edificio, aggiunto alla costruzione nel 1630. La ristrutturazione dell’edificio comportò anche la costruzione della sacrestia, che venne iniziata nel 1631, e l’acquisto di una campana nuova per il campanile. Questo primo restauro della Sabbionara fu operato per volontà di alcune famiglie bazzanesi, grate alla Madonna per averle scampate dalla terribile epidemia di peste. Originariamente dedicata alla Beata Vergine delle Grazie, la chiesa mutò intitolazione, quando, contestualmente ai lavori di ristrutturazione dell’edificio, vi fu eretta la Confraternita della Beata Vergine del Carmine. Nel 1879, la chiesa venne restaurata per la seconda volta e si può presumere che in quella occasione venisse chiuso il portico antistante, inglobandolo nel corpo della chiesa, che divenne in tal modo più ampia. Proprio in virtù di questo restauro e considerata la grande frequentazione di questa chiesa, il cardinale Parocchi, arcivescovo di Bologna, attribuì a essa il titolo di ‘santuario’. Il santuario, a una sola navata, fu completamente affrescato nell’Ottocento dal bazzanese Pio Passuti, che lo abbellì con decorazioni allegorico-floreali (realizzate dopo il 1879). Sull’altare era posto il quadro della Madonna col Bambino, di autore anonimo, ma attribuibile al XVII secolo, trafugato alcuni anni fa e sostituito da una copia. Ai lati di questo quadro altri due dipinti, anch’essi d’autore anonimo e attribuibili allo stesso periodo, raffiguranti rispettivamente S. Sebastiano e S.Rocco, i santi invocati a protezione della peste. Alla parete a sinistra è appeso un grande crocifisso. dal sito www.parrocchiadibazzano.it - testo a cura di Aurelia Casagrande
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