Primo nucleo della "città moderna" sviluppatasi sul vasto territorio, interamente pianeggiante, del feudo del barone Berlingeri, a partire dal 1959, anno in cui ottiene l'autonomia dal comune di Montalbano Jonico. Ancora oggi, nonostante l'espansione urbana abbia dilatato i confini del tessuto costruito, configurando nuovi ed alternativi spazi di aggregazione e socializzazione, piazza Eraclea resta il cuore pulsante della città: luogo di ritrovo ed attività. Gli anni cinquanta, con la riforma agraria e l'autonomia comunale, rappresentano la svolta epocale che ha fatto assumere a Policoro, in pochi decenni, l'attuale fisionomia. L'intervento di riforma a Policoro interessò 5.625 ettari, espropriati al barone Berlingieri. La grande proprietà latifondista venne suddivisa in piccole proprietà terriere, formando tante piccole aziende, intorno ai 5-6 ettari ciascuno, sulle quali furono insediate le famiglie provenienti da ogni parte della Basilicata.
Gli edifici del borgo, il primitivo nucleo da cui nasce l'odierna Policoro, sono caratterizzati dall'uso dell'intonaco bianco alternato a elementi lapidei e soprattutto scandito da ampie arcate leggermente ogivali. Predominante nella piazza è la chiesa Madre, dedicata alla Madonna di Nazareth, con i caratteristici voltoni illuminati di notte,nella piazza, in asse con l'ingresso della biblioteca comunale, la statua di Ercole con il leone, simbolo della città. Policoro ha circa 10 km di spiaggia di sabbia sottile. Inoltre c'è un percorso vita di quasi 4 km, immerso nel Bosco Pantano, un'area naturale protetta che che occupa una superficie di oltre 500 ha, di cui 21 fanno parte dell'Oasi WWF "Policoro Herakleia".