COMPLESSO STORICO DI SAN MICHELE

TORRE DE' BUSI, BERGAMO

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COMPLESSO STORICO DI SAN MICHELE

Scopri il progetto sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo

Avvolto nel verde, circondato da torrenti che ne scavano le rupi, giace una tra le più antiche strutture religiose della Valle San Martino. Torre de’ Busi, qui presente da secoli, posto in posizione strategica, sottoposto a rimaneggiamenti e ampliamenti che ne hanno cambiato e stravolto l’aspetto è il Plesso Storico di San Michele, formato da Oratorio di Santo Stefano, Chiesa di San Michele, Cappellette della Via Crucis e casa canonica. Importante luogo di preghiera richiamava non solo gli abitanti del Comune, ma per la Santa Messa domenicale i fedeli, giungevano da tutto il Comprensorio di Caprino. Il Plesso, è stato nei secoli musa per molti artisti che ne hanno pinto gli interni, i Cavagna, Capella, e gli esterni...le famose cascate della Sonna a San Michele, meta dei pittori Gozzi, Canella e Rosa. Ai giorni nostri è stato scelto come set per il film “Caso Mai” e le sue rupi, i suoi antichi muri, sono tele per gli amanti “dello scatto”. Negli anni ottanta dopo il crollo del tetto dell’ Oratorio, il Plesso fa parlare di sè, antichi affreschi vengono scoperti durante i lavori, salvaguardati e recuperati, ora sono visibili agli occhi di chi sale l’irta salita o discende per quelle antiche mulattiere. Ma cosa ha ancora da raccontare questo luogo? Poste sulla mulattiera che sale al Plesso, ad accogliere i pellegrini vi sono due statue, un Cristo che indica una via o come in Dante sembra dire “lasciate ogni speranza voi ch’entrate” e un San Michele, che posta la spada alla cinta, alza le mani al cielo. Due pose non convenzionali per l'iconografia della Chiesa, cosa raccontano? Quale è il disegno misterioso? Mentre nella Chiesa lo staccarsi casuale di parte dei calcinacci dai muri, ne sta ora portando alla luce delle pitture misteriose, perché nascoste? I vizi capitali, incatenati, appena visibili in cui balza subito all’occhio l’avarizia che è l’unica che volge lo sguardo dietro a tutti. Che sia questa una valle di avari? Ebbene sì, in un certo senso, qui siamo avari verso il nostro territorio, che amiamo, rispettiamo e nel possibile, conserviamo. Questo luogo però ora rischia di scomparire, la rocca nei secoli è stata posta a deterioramento, il portichetto è franato a valle più volte e più volte ricostruito ma, ad oggi la frana che da alcuni anni ne sta consumando e scavando i muri sottostanti, ora mette in pericolo anche la struttura della Chiesa che potrebbe con il portichetto finire nel fossato sottostante, portando con sè la propria storia e i propri misteri, che andrebbero perduti per sempre.

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