Il Parco degli Acquedotti è uno dei polmoni verdi del quadrante sud-est della città di Roma: fa parte del Parco Regionale Suburbano dell’Appia antica e si estende per circa 240 ettari tra il quartiere Appio Claudio, via delle Capannelle e la linea ferroviaria Roma-Cassino-Napoli, all’interno del territorio del Municipio VII. Originariamente si estendeva senza interruzioni fino ai Colli Albani, caratterizzato da vegetazione arborea, in particolare pini. È un vero e proprio crocevia della rete idrica dell’antica Roma con gli imponenti resti di 6 degli 11 acquedotti della città, Anio Vetus (sotterraneo), Marcia, Tepula, Iulia, Claudio e Anio Novus (sovrapposti), si aggiunge in epoca rinascimentale l’acquedotto Felice (sovrapposto allo Iulia), che fu costruito da papa Sisto V, Felice Peretti. Tuttora questo acquedotto è in funzione e viene impiegato fondamentalmente per l’irrigazione ed è proprio qui, a margine del condotto, che una diramazione dell’acqua va ad alimentare e dare vita ad un laghetto, dove sono presenti alcune specie animali, come pesci e tartarughe acquatiche insieme a una ricchezza di vegetazione arborea molto particolare. L’acqua poi dal laghetto, attraverso un torrente, dovrebbe gettarsi a cascata in un corso d’acqua che ricalca l’antica marrana dell’acqua Mariana: tutto questo in una situazione di conservazione idilliaca che ha subito un grosso danno qualche anno fa a causa di una lunga interruzione dell’adduzione dell’acqua, ora ripristinata dall’Acea che però ha provocato un forte impoverimento sia al laghetto che alle specie animali che alla vegetazione circostante. E proprio a favore di questa porzione di parco è attiva la raccolta voti al censimento 2024, con un’attenzione particolare all’area del laghetto, il cui sistema idrico andrebbe recuperato appieno, dalla presa d’acqua dall’acquedotto Felice, all’emissione in un torrente.