
In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Lontano dai primitivi insediamenti, sulla via del sale, tra la costa genovese e la "Lombardia", Mornese nacque come stazione di mulattieri, da cui l'antico nome: Molonesio. Il paesaggio è caratterizzato sia da ampi coltivi a vigneto che da boschi e torrenti impetuosi. Sembra incredibile ma qui c'era il mare. Infatti, il famoso "tufo verde" che si presta, sia ad essere squadrato per le costruzioni rurali, sia come base per le famose vigne di Cortese, altro non è che l'antico fondale marino.
Come in ampia parte dell'Oltregiogo genovese, anche qui i monaci cistercensi sono stati una forte presenza. Tuttora troviamo il loro stemma in quello del Comune di Mornese e il dottore della Chiesa S. Bernardo di Chiaravalle, fondatore dell'Abbazia di Tiglieto, è patrono del vicinissimo borgo di Bosio. Sul colle opposto al castello genovese dei mercanti Della Volta a Molonesio i monaci costruirono un loro "Castellazzo" cintato da mura e fortificazioni. A seguito della grave pandemia di peste di metà '300, i signori e mercanti genovesi subentrarono ai monaci e, sia i Doria, sia gli Spinola, divennero feudatari di tutta questa zona.
L'articolazione dell'abitato ha subito nel corso dei secoli adeguamenti e modifiche anche in relazione ai cambiamenti degli assetti di potere e allo sviluppo economico. Se anticamente il fulcro era il Castello Doria (ora privato e non visitabile) con il ricetto abbarbicato ai suoi bastioni, ora la Piazza della Loggia è lo snodo centrale del transito e il borgo ha acquisito un estensione maggiore. La municipalità ha provveduto a realizzare in questi ultimi anni una serie importante di cartelli che raccontano la storia e l'evoluzione del paese. Passeggiando per le vie scopriamo così episodi di storia recente e antica, foto dei vecchi carruggi e della durezza della vita come pure ritratti di persone che hanno lasciato un segno nella vita del paese. Una sorta di narrazione itinerante che ci porta alla scoperta di un borgo vitale, di tempi che cambiano, di drammi ma anche di speranza.
Partendo dal parcheggio delle scuole in Piazza Doria nei due pomeriggi di sabato e domenica i visitatori saranno invitati a percorrere le vie del borgo alla scoperta delle sua evoluzione. Inoltre, grazie ad un lavoro certosino di recupero delle favole popolari locali condotto dalla D.ssa. Desiree Anfosso (Tesi:La narrativa tradizionale in alcuni paesi del Basso Piemonte) e in collaborazione con l'Ecomuseo di Cascina Moioni delle Aree Protette dell'Appennino Piemontese, i ragazzi della Scuola Media Inferiore "Emilio Podestà" ambienteranno fra le vie del paese una delle più belle favole mornesine: "Sciancaferru". Un modo per conservare la memoria del vivere di una volta con le sue superstizioni, gli antichi mestieri e i suoi "eroi". La visita proseguirà presso le fondamenta della Chiesa di S. Silvestro che storicamente costituisce il nucleo originario dell'insediamento cistercense. Ma non vogliamo svelarvi tutto. Lasciamo alla vostra voglia di passeggiare per il borgo il piacere di scoprirne la storia e le voci. Vi aspettiamo!!!
Narrazione a cura degli Appredisti Ciceroni della Scuola Media inferiore "Emilio Podestà"
nei Beni FAI tutto l'anno
Gratis