Immergersi nella storia antica, rivivere l’esperienza della Sardegna feudale e le vicende della donna più coraggiosa della Sardegna: Eleonora d’Arborea. Godere di una natura ricca e incontaminata abbandonandosi al brivido di una scalata sulla via ferrata della Regina. Ammirare le falesie che si affacciano sul Temo, il lago che regala quiete al paesaggio e offre la possibilità di attraversarlo placidamente in canoa o kayak.
Percorrere la via dei numerosi nuraghi che punteggiano il territorio, scoprire la ricchezza di monete, stoviglie e cisterne scavate nella roccia sulle tracce delle diverse civiltà umane che si sono avvicendate nel corso del tempo.
La storia di questo borgo si intreccia con innumerevoli miti e leggende custoditi da poco più di un centinaio di abitanti. Si pensa che un nuraghe si ergesse sulla sommità detta “ Su Monte”, dominando la regione conosciuta come Nurcara.
Nell’epoca feudale, con la famiglia genovese dei Doria, il borgo conobbe il massimo splendore. I Doria elessero Monteleone a loro dimora edificandovi il castello dal quale dominarono, per tre secoli, i territori circostanti di Alghero, Sassari e Bosa.
Questi, stanchi di tale dominio, si allearono per muovere guerra ai Doria e assediarono
Monteleone.
L’assedio duro’ due anni e quando, nel 1436, gli abitanti, si arresero, gli eserciti delle tre città distrussero il borgo e il castello imponendo la pena di morte a chiunque avesse tentato di ricostruirlo. Solo un secolo dopo, nel 1536, Carlo V diede il permesso.
Così, attorno alla sopravvissuta cappella dei Doria,che venne inglobata,nel tempo,nella chiesa di Santo Stefano, il borgo risorse.
Nei secoli più recenti, gli abitanti dediti alla pastorizia e all’agricoltura, scoprirono le potenzialità offerte dal tufo e si dedicarono all’attività estrattifera fino agli anni ‘70 del 900.
Le cave di tufo hanno lasciato una preziosa eredità: un anfiteatro naturale che offre agli eventi che vi vengono realizzati, un suggestivo intreccio tra l’arte contemporanea e i suoni e le forme di una memoria che costituisce il tratto identitario di una comunità.
Oggi, il borgo si offre ai visitatori come un intreccio di percorsi storico- archeologici, naturalistici e artistici da scoprire assaporando il gusto dell’avventura e del contatto diretto con la natura, l’ospitalità autentica e uno stile di vita improntato alla sostenibilità.
È un luogo da salvaguardare valorizzandone quegli aspetti che risveglino il desiderio di proteggere un bene testimone della nostra storia e in grado di farci sentire in sintonia con l’ambiente.
A Monteleone, le mura del castello feudale costituiscono uno dei tratti salienti dell’identità del borgo insieme con il centro storico e le sue vie che ricordano la storia della famiglia genovese.
Un’eredità di memorie che la piccola comunità ha scelto di preservare ristrutturando il patrimonio immobiliare presente senza costruire nuove abitazioni.
Così, perfettamente integrati nello stile del borgo, sono nate le strutture sportive e quelle ricettive nell’ottica di un’offerta turistico culturale e ambientalista.