Nel centro storico di Oristano si trova il complesso di Santa Chiara. Fu edificato in forme gotiche negli anni successivi al 1343. Nel monastero, che mantiene tutt’oggi intatto il suo austero aspetto trecentesco, le suore Clarisse perpetuano la loro clausura sin dai tempi della sua fondazione.
Il complesso monastico fu voluto da Pietro III de Bas Serra, re del Giudicato di Arborea, uno dei quattro regni indipendenti che si formarono in Sardegna dopo la dissoluzione dell'Impero Bizantino. Egli, particolarmente devoto a Santa Chiara, ebbe un rapporto particolare con il monastero, tanto che sua moglie Costanza, ivi sepolta, vi trascorse gli ultimi mesi di vita. Il giudice Mariano IV, emulando in generosità suo fratello Pietro III al quale succedette, completò la costruzione della struttura, facendo una donazione annuale in favore delle tredici suore. Nella chiesa, tra i frammenti di affreschi trecenteschi, uno sembra riprodurre proprio Mariano IV che pone il primogenito (futuro giudice Ugone III), sotto la protezione della Santa.
Lo stile dell’edificio ecclesiale ripercorre gli schemi del gotico francese diffuso in città da maestranze guidate da toscani. L’austero prospetto, in conci di arenaria, presenta due monofore cieche e ai lati di un semplice rosone allineato sotto la campana. All’interno i restauri novecenteschi hanno riportato alla luce l’originaria struttura gotica della chiesa, con volte a crociera e un’abside quadrata che, adorna di un grande arco acuto, inquadra un’elaborata bifora. Nell'arcone absidale sono ancora evidenti gli emblemi della famiglia regnante (l'albero deradicato) alternati a quelli statali (i pali d'Aragona). Interessanti sono le mensole lignee a sostegno del palco dei cantori, con intagliati telamoni e figure zoomorfe.
L’attiguo monastero, articolato attorno a un cortile con pozzo centrale, è abitato dalle suore Clarisse che seguono la regola della clausura.
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