Un’esperienza immersiva all’interno di un monastero di clausura

Un’esperienza immersiva all’interno di un monastero di clausura

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Un’esperienza immersiva all’interno di un monastero di clausura
Dal territorio

17 gennaio 2025

Nella chiesa di Santa Chiara a Oristano è stato presentato il progetto “Santa Chiara DTrecento. Ricostruzione virtuale per la conoscenza e valorizzazione del monumento medievale”, realizzato nell'ambito del programma nazionale "I Luoghi del Cuore", promosso dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo.

Questa è la storia di sette Clarisse urbaniste che risiedono nel monastero trecentesco e che quotidianamente curano questo loro “luogo del cuore” custodendone il ricco e vario patrimonio storico. Nel 2022 le sette Clarisse vollero fortemente candidare il luogo all’undicesimo censimento “I Luoghi del Cuore” riuscendo a raccogliere oltre 8mila voti. Un successo per il quale furono fondamentali anche le Giornate FAI d’Autunno del 2022: l’apertura eccezionale del monastero permise di attrarre una maggiore attenzione da parte della stampa e dei cittadini e un incremento importante del numero di voti portando a uno straordinario risultato in circa 45 giorni e cementando una proficua collaborazione con la Delegazione FAI di Oristano. Grazie al voto di 8.094 persone il monastero di Santa Chiara ottenne il primo posto nella classifica dei luoghi più votati in Sardegna e il 30° posto nella classifica nazionale. A seguito dell’eccezionale risultato, questo “luogo del cuore” poté candidare il progetto Santa Chiara DTrecento al Bando che il FAI lancia dopo ogni edizione del censimento aggiudicandosi il contributo di 14.000 euro.

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Il complesso di Santa Chiara

Il complesso di Santa Chiara ha una lunga vicenda storica, ancora non del tutto chiarita. La nascita di un primo monastero di Clarisse a Oristano, forse sul sito di una chiesa preesistente, sarebbe verificabile dalla lettura del sigillum abatissa minoris(sarum) Aristagni, conservato nella stessa Santa Chiara. Partendo dall’esame di questo documento, dalle notizie riportate dalle Series Provinciarum Hiberniae del 1320, che attestano l’esistenza in Sardegna di una fondazione di clarisse, e dall’analisi delle strutture murarie dell’edificio, si ritiene che il monastero sia stato fondato in un periodo compreso fra la data dell’arrivo dei francescani (1252) e il 1263, anno in cui le monache, seguendo la regola di papa Urbano IV, adottarono esclusivamente l’intitolazione a Santa Chiara, abbandonando denominazioni più antiche. La prima attestazione certa del monastero riconduce al 22 settembre 1343, quando il giudice di Arborea Pietro III de Bas-Serra viene autorizzato da papa Clemente VI a fondare, o rifondare, l’edificio delle clarisse a Oristano.

La lastra funeraria di Costanza di Saluzzo, moglie di Pietro III, datata al 1348 e posta come termine cronologico per un’eventuale conclusione dei lavori della fabbrica, fornisce ulteriori elementi.

Il progetto

Ogni visitatore può ora scoprire Santa Chiara attraverso il progetto di ricerca confluito nel totem interattivo che permette di conoscere e approfondire la fase trecentesca della chiesa, ormai non più visibile dopo gli interventi di inizio Novecento. È possibile “manipolare” i modelli 3D dei più significativi elementi storici e architettonici originari del complesso, come l’epigrafe del 1348 della sepoltura di Costanza di Saluzzo, le mensole lignee della fabbrica trecentesca e il modello della stessa chiesa. Attraverso un tour virtuale e trenta schede di sintesi è possibile scoprire l’evoluzione storico artistica del monumento, nonché accedere virtualmente ad alcuni ambienti del monastero preclusi al visitatore, poiché di clausura. Particolare attenzione è stata data alle nuove scoperte documentali intervenute nell’ultimo anno, che permettono di definire con maggior cura la storia del bene, i dettagli sulle opere d’arte che custodisce, la vicenda delle Clarisse Urbaniste, che dal 1343 vivono nel monastero, e il legame fondamentale tra questo luogo e la città di Oristano.

Posizionamento dei tre totem

monastero

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I contenuti digitali sono stati realizzati a partire dalle fonti storiche e materiali e dai dati della struttura esistente ottenuti attraverso l’utilizzo di tecniche innovative come l’uso della camera sferica ultra-HD per la realtà virtuale, la fotogrammetria aerea supportata da rilievi diretti e le riprese col drone per la ricostruzione di modelli tridimensionali. Il totem è accessibile per ogni tipologia di fruitore. I testi sono in italiano e inglese.

Il progetto, realizzato in partenariato con il Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali dell’Università di Cagliari, è stato coordinato da Andrea Pala, docente di Storia dell’Arte Medievale, supportato da Vincenzo Bagnolo, docente di Disegno presso il Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e Architettura (DICAAR), Nicoletta Usai, docente di Storia dell’Arte Medievale e Rossella Sanna, architetta progettista dei lavori di restauro di Santa Chiara.

I commenti

«Il progetto Santa Chiara DTrecento è nato innanzitutto dalla necessità di far conoscere alla società civile più estesa la complessa vicenda storica e artistica dell’edificio medievale e di quello moderno», ha affermato il professor Pala.

Il Capo Delegazione del FAI di Oristano, Bruna Bianchina, dichiara con entusiasmo: «La conclusione di questo percorso segna un momento di grande importanza per la fruizione della Chiesa: l’intervento del FAI e l’attiva volontà delle Clarisse hanno permesso l’apertura giornaliera della chiesa in orari non solo dedicati al culto. Saranno moltiplicate le occasioni di accesso, permettendo a un numero maggiore di persone di apprezzarne le peculiarità e l’importanza».

L’Abbadessa suor Chiara Demurtas, nell’annunciare che la chiesa dall’8 dicembre 2024 è aperta tutti i giorni dalle 16 alle 18, esprime la profonda contentezza di veder realizzato il desiderio suo e delle sue sorelle Clarisse: «Grazie al FAI e a coloro che hanno contribuito, da questo momento la nostra casa e il vasto e vario patrimonio religioso, artistico e storico che conserva saranno valorizzati e conosciuti in modo sempre più approfondito. Il nostro Luogo del Cuore è diventato il Luogo del Cuore di tutti».

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