L’opera in questione riguarda una scultura in legno policromo a tutto tondo sec. XVIII che raffigura la Madonna Immacolata e appartiene al Tesoro di San Matteo nella Cattedrale di Salerno.
Davvero di alta qualità questa scultura di media grandezza raffigurante “l’Immacolata”, evidentemente debitrice dei vibranti modelli messi a punto da scultori prestigiosi della famosa bottega napoletana dell’inizio del settecento.
Questa scultura potrebbe essere opera di un abile scultore attivo, forse a Napoli, entro la prima metà del settecento, e informato sui più alti esiti della scultura partenopea tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo.
Di quest’opera pare non esista nessuna fonte documentaria che ne attribuisca paternità dell’autore e soprattutto da chi e per quale sito fosse stata commissionata.
Molto probabilmente era collocata in qualche altra Chiesa o cappella (anche privata) e arrivata nella Cattedrale di San Matteo o per donazione o per altri motivi a noi sconosciuti.
La scultura policroma poggia su di una base rettangolare (non originale).
L’Immacolata viene raffigurata nella iconografia tradizionale: la Madonna si presenta con le braccia spalancate, lo sguardo rivolto al cielo, i panneggi svolazzanti, in piedi su di una nuvola dove sporge la punta insù della luna e dove trovano posto anche tre cherubini.
Il volto trasmette un senso di contemplazione e di preghiera. La testa della Vergine doveva essere sicuramente cinta da una corona che purtroppo è andata persa.
Equilibrata e allo stesso tempo mossa la posa, resa quasi aerea dal movimento del panneggio della veste e da quello del manto, che si annoda sinuoso e leggero sul fianco sinistro. Possiamo sicuramente riconoscere un’ottima fattura del modellato, sia delle parti fisiche (per quanto riguarda la Madonna: le mani affusolate ben definite, il volto espressivo in estasi, il collo sottile e allungato e ancora i piedi ben definiti e molto reali; per quanto riguarda i cherubini: essi sono ritratti con lineamenti molto espressivi.) sia dei panneggi (questi ultimi realizzati con una tale maestria che riscontriamo appunto nell’esecuzione delle pieghe dell’abito e del mantello, maestria che li rende alla vista leggeri e svolazzanti nonostante la rigidità del materiale di cui sono costituiti.)
La statua risulta essere stata già restaurata in tempi passati, e la presenza della ridipintura che copre attualmente tutta l’opera, lo testimonia.
Attualmente si presenta con un vestito chiaro, su cui sono presenti decorazioni floreali, ha una cintura rosso- marrone sul girovita, e la finitura dell’orlo del vestito che scende fin giù ai piedi è dorata. Sopra il vestito il mantello azzurro che l’avvolge è decorato con stelline dorate che
simboleggiano la verginità e il bordo esterno anche questo dorato.
Attraverso una indagine visiva, quindi, i colori che rivestono l’opera non sono quelli originali. Le condizioni attuali della scultura, sono pessime.
Come sopra evidenziato, la statua è completamente ridipinta.
Sono visibili perdite di colore e di strato preparatorio su diverse sezioni dell’opera. Evidenti anche sollevamenti del colore.
La presenza di fori di sfarfallamento testimonia anche la presenza di insetti xilofagi, i cui danni, in alcune zone, sono abbastanza estesi, tanto che in più punti il legno si è completamente polverizzato,
provocando così anche la perdita di materiale costitutivo del supporto dell’opera, come lo stesso legno oltre alla pellicola pittorica. (testo di Loredana Mastromarino)