I Luoghi del Cuore
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PALAZZO RICCI

PALAZZO RICCI

MOPOLINO, L'AQUILA

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PALAZZO RICCI
Il Palazzo dei Conti Ricci, più semplicemente Palazzo Ricci, fu fatto realizzare nel XV secolo da Umberto Ricci e, distrutto dal terremoto del 1703, ricostruito tra il XVIII e il XIX secolo; nello stesso periodo divenne residenza estiva di papa Pio VI che concesse l'indulgenza plenaria ai visitatori della cappella attigua all'edificio. Considerato come la massima espressione d'architettura civile dell'area, fu edificato nel XV secolo in località Mopolino, probabilmente su commissione di Umberto Ricci — già comandante equestre al servizio di Alfonso I d'Aragona — la cui famiglia controllava sin dal medioevo tutto il territorio di Capitignano, prima dell'arrivo delle famiglie Medici e Farnese. Danneggiato gravemente dal Grande Terremoto del 1703, venne ricostruito solo sul finire del secolo, nel 1783, da Giovanni Stern e dal figlio Raffaele, fatti arrivare alla corte di Serafino Ricci da papa Pio VI — amico della famiglia Ricci— che, in seguito, utilizzò il palazzo come residenza estiva. Nel 1839 fu effettuato un secondo restauro su progetto dell'architetto Giuseppe Valadier, già attivo all'Aquila nello stesso periodo. L'edificio, situato a margine della frazione di Mopolino, all'angolo tra l'arteria principale del centro (via San Domenico) e la strada che lo collega a Capitignano (via Roma), si presenta di forma quadrangolare e composto da tre livelli.

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Il Palazzo dei Conti Ricci, più semplicemente Palazzo Ricci, fu fatto realizzare nel XV secolo da Umberto Ricci e, distrutto dal terremoto del 1703, ricostruito tra il XVIII e il XIX secolo; nello stesso periodo divenne residenza estiva di papa Pio VI che concesse l'indulgenza plenaria ai visitatori della cappella attigua all'edificio. Considerato come la massima espressione d'architettura civile dell'area, fu edificato nel XV secolo in località Mopolino, probabilmente su commissione di Umberto Ricci — già comandante equestre al servizio di Alfonso I d'Aragona — la cui famiglia controllava sin dal medioevo tutto il territorio di Capitignano, prima dell'arrivo delle famiglie Medici e Farnese. Danneggiato gravemente dal Grande Terremoto del 1703, venne ricostruito solo sul finire del secolo, nel 1783, da Giovanni Stern e dal figlio Raffaele, fatti arrivare alla corte di Serafino Ricci da papa Pio VI — amico della famiglia Ricci— che, in seguito, utilizzò il palazzo come residenza estiva. Nel 1839 fu effettuato un secondo restauro su progetto dell'architetto Giuseppe Valadier, già attivo all'Aquila nello stesso periodo. L'edificio, situato a margine della frazione di Mopolino, all'angolo tra l'arteria principale del centro (via San Domenico) e la strada che lo collega a Capitignano (via Roma), si presenta di forma quadrangolare e composto da tre livelli.
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