Un monumento funerario di epoca romana che rappresenta un unicum nell’area occidentale del Mediterraneo, torna alla piena valorizzazione e fruizione da parte del pubblico.

Quarto, in età romana, era il retroterra agricolo di Puteoli, un'importante città costiera e porto di Roma, dal quale le merci raggiungevano la capitale dell'Impero tramite la via Consolare Puteolis Capuam, attuale  via Campana o via Capuana (nel medioevo) che attraversava la piana di Quarto e il cui nome deriva proprio dalla pietra miliare posta al IV miglio da Puteoli. Lungo l'antico asse viario, gli scavi condotti dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per l'area metropolitana di Napoli, hanno individuato la presenza di numerose ville rustiche con le loro necropoli e le campagne coltivate.

La necropoli, posta lungo un diverticolo della via Puteolis-Capuam, fu portata alla luce nel corso degli anni Settanta ed Ottanta del '900. Fino ad allora era visibile solo il mausoleo a cuspide piramidale denominato “Fescina”. Gli scavi hanno permesso di portare alla luce tre mausolei e un triclinio all'aperto.

Il mausoleo “Fescina” prende questo nome, per la sua caratteristica forma, simile a quella del cesto di vimini usato per la raccolta dell'uva. Il sepolcreto, delimitato da un basso recinto in opus reticolatum, è composto da una camera ipogea, con volta a botte, rivestita di intonaco bianco, raggiungibile da un dromos (corridoio). Per la deposizione delle urne cinerarie ci sono undici nicchie, mentre per il banchetto funerario sono stati costruiti tre letti tricliniari. Al di sopra vi è un'ulteriore camera funeraria raggiungibile da un un'apertura con arco a tutto sesto. In cima si erge la guglia piramidale a sei facce. Dall'esame dei reperti ritrovati come balsamari, olle, lucerne, monete, il sepolcreto e dall'analisi dei paramenti murari, il complesso viene datato fra l'età augustea e il I secolo d.C. Per molto tempo, fino a che non venne riscoperta dagli archeologi, fu utilizzata come deposito di attrezzi agricoli.

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