L'eremo, risalente al XIII secolo, è arroccato sulla parete rocciosa del Morrone che sovrasta Sulmona. È un luogo che colpisce non solo per la testimonianza storica, artistica e religiosa ma, anche per la natura selvaggia e incontaminata che lo circonda. Dal suo straordinario belvedere la vista domina la magnifica abbazia di Santo Spirito a Morrone, il più importante insediamento della congregazione dei Celestini, lo storico campo di prigionia 78 e l'intera Valle Peligra.
L’eremo di Sant’Onofrio da Morrone è stato scelto da Pietro da Morrone (1209/1215 circa – 1296), diventato papa con il nome di Celestino V, come luogo dove ritirarsi. Dove inizialmente c'era solo una grotta egli fece costruire una celletta per sé, un secondo locale con una edicola per celebrare la Messa e a fianco le celle dei monaci.
L'oratorio ha una volta a botte dipinta con un cielo stellato. Le pareti sono ricoperte da affreschi di un certo Sant'Onofrio risalenti verosimilmente al XIII secolo. Sul fondo è raffigurata la crocifissione e ai lati la Madonna e San Giovanni; nella lunetta sovrastante è visibile la Vergine in trono con Bambino e in quella di fronte San Benedetto, San Mauro e Sant'Antonio Abate. Sulla parete di sinistra, un altro affresco del XIV secolo raffigura Pietro nelle vesti di Pontefice. Attraverso un corridoio si accede alle cellette dei monaci e in una nicchia affrescata è visibile una Crocifissione con due coppie di Santi tra cui San Pietro Celestino. Sottostante la chiesa vi è una piccola grotta con il giaciglio di Pietro scavato nella roccia. La tradizione popolare chiama questo luogo "culla di Sant'Onofrio" e il coricarsi su questa pietra aiuterebbe a guarire i dolori.
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