22 agosto 2023
Sono stati avviati i lavori di restauro, per la conservazione e tutela degli affreschi di epoca medievale che ornano la cappella nell’ambiente di ingresso all’Eremo di S.Onofrio, raffiguranti: la Crocifissione con la Vergine e San Giovanni; Pietro Celestino nelle vesti di pontefice; la Vergine con Bambino dipinto in lunetta; i busti di San Benedetto, San Mauro e Sant'Antonio dipinti sulla lunetta adiacente; volta a botte stellata dipinta in colore blu.
Il restauro, appena avviato, è stato possibile grazie al risultato ottenuto dall’Eremo al censimento “I Luoghi del Cuore”, il progetto per i luoghi italiano da non dimenticare promosso dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo.
Nel 2020, l’Eremo celestiniano di S. Onofrio al Morrone è stato infatti votato da 22.442 cittadini, sparsi in tutta Italia, entrando nella top ten dei luoghi più votati posizionandosi al nono posto e ottenendo il premio dedicato al vincitore della classifica speciale “Italia sopra i 600 metri”.
In virtù di questo posizionamento, questo sito, ricco di storia, di arte e di elevata spiritualità, ha potuto beneficiare di un contributo di 20.000 euro da FAI e Intesa Sanpaolo per l’esecuzione dei lavori di restauro degli affreschi. L’intervento, concordato con il comune, è stato approvato dalla Giunta comunale con delibera del 20 aprile scorso.
L’Eremo di Sant’Onofrio al Morrone si trova presso la frazione di Badia, a Sulmona. Situato alle pendici rocciose del Monte Morrone a 600 metri d’altitudine è famoso tra i pellegrini e i fedeli per aver ospitato l’eremita Pietro Angelerio, il quale passò alla storia col nome di Papa Celestino V. Giunto in Abruzzo tra il 1239 e il 1241, l’eremita Pietro si stabilì proprio sulle pendici del Monte Morrone in una grotta, facendovi successivamente edificare una chiesetta dal nome Santa Maria in Ruta o in Gruttis. L'eremo venne poi ampliato nei secoli successivi ma purtroppo durante la Seconda guerra mondiale subì notevoli danni; a questo evento è seguita la ricostruzione avvenuta negli anni Settanta del XX secolo che ha però mantenuto la planimetria dell’edificio. Dal 1902 l’Eremo celestiniano è monumento nazionale.
Il ciclo pittorico che orna la cappella nell’ambiente di ingresso di questo Luogo del Cuore versa in un grave stato conservativo causato non solo dalle protratte infiltrazioni umide propagatesi attraverso le murature di volta e pareti, e che offuscano la corretta leggibilità delle opere, ma ancor più da evidenti disconnessioni strutturali.
In particolare i processi umidi hanno certamente determinato molteplici fenomeni di degrado degli intonaci dipinti che hanno così causato il decoesionamento della pellicola pittorica con consecutive microcadute e abrasioni della stessa. Ulteriori danni risultano relativi alle cospicue perdite di brani dipinti, evidentemente determinate dai traumi di natura fisico-meccanica. Le integrazioni cromatiche ad acquerello sulle abrasioni della pellicola pittorica e sulle stuccature eseguite a livello risultano virate nei toni, di certo anche a causa di persistenze umide nelle murature. Si evincono inoltre delle integrazioni pittoriche sulla volta eseguite a corpo, e pertanto in netta antitesi con le corrette metodiche del restauro conservativo.
Ad una prima mappatura dalla base dell’affresco fino all’altezza massima di due metri, mediante battitura delle nocche sugli intonaci, si è inoltre rilevato il decoesionamento degli stessi con sollevamenti e distacchi in zone di media e più vasta entità; le deadesioni risultano estese su zone con deformazioni e spanciamenti degli intonaci costitutivi. I distacchi risultano comunque sempre presenti in prossimità delle lesioni e micro lesioni determinate da traumi fisici, oppure dalla riapertura di vecchie fessurazioni (ove difatti si evince la presenza di stuccature posticce distaccate). Sporco diffuso, polveri e particolato atmosferico si localizzano su tutta l’estensione delle superfici pittoriche. Ma sono soprattutto le estese efflorescenze saline a causare i danni maggiori anche con la formazione di incrostazioni tenaci, come particolarmente evidente sulla figura del San Pietro Celestino.
Grazie all’intervento di restauro dei prossimi mesi, antiche e importanti testimonianze artistiche nell’Eremo, gioiello incastonato nel Monte Morrone e simbolo di grande pregio della Città di Sulmona e dell’intero Abruzzo, potranno tornare a essere valorizzate e fruibili al pubblico.
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