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La chiesa di Santa Maria delle Grazie, sita a Calvizzano vicino Napoli, fu eretta a metà del ‘500 sulla preesistente chiesetta di Santa Maria Annunziata, di cinque secoli precedente. Essendo questo edificio più antico abbastanza piccolo e non rispondendo più alle esigenze dei fedeli, l'arcivescovo di Napoli Mario Carafa autorizzò l'Universitas Calvizzani ad abbatterla e a costruire nello stesso luogo una nuova chiesa, intitolata a Santa Maria delle Grazie. I lavori furono realizzati grazie ad una raccolta di offerte operata da un’associazione di cittadini. Iniziata nel 1580, la chiesa fu benedetta nel 1596 e terminata nel 1608. Una volta consacrata, Santa Maria delle Grazie divenne una chiesa laicale, in quanto gestita e curata da 25 governatori laici eletti secondo un rigido regolamento. La chiesa ha una navata unica, sui cui lati si aprono diverse piccole cappelle. La zona presbiteriale è sormontata da una grande cupola, attribuita allo scultore napoletano Domenico Antonio Vaccaro - allievo del famoso pittore campano Francesco Solimena, operante a cavallo tra Sei e Settecento - cui sono da attribuirsi anche gli stucchi decorativi. Sempre nella zona presbiteriale sono presenti tre tele del pittore partenopeo Nicola Vaccaro (non imparentato con lo scultore Domenico Antonio): la Madonna delle Grazie, Gesù che porta la croce e Gesù deposto dalla croce, databili agli anni ’80 del Seicento. A seguito dell’abbandono e della conseguente rovina della chiesa di San Giacomo Apostolo Maggiore nel 1809, la chiesa di Santa Maria divenne sede della Parrocchia di San Giacomo, a cui appartiene. Il primitivo Campanile della Chiesa dedicata a Maria Annunziata (poi ampliata e trasformata in “Santa Maria delle Grazie”) andò in parte danneggiato nella notte della Vigilia di Natale del 1696, a causa di un incendio. Pur in modo ridotto, esso fu mantenuto in uso, ma si decise di abbatterlo nel 1712. Nel 1713 si avviarono i lavori per l’edificazione di un nuovo Campanile. I lavori si protrassero a lungo. Il Campanile ha una base quadrata di 7 metri, con una bordura di piperno. Quattro colonnini di tale pietra vulcanica, prelevati dalla facciata della Chiesa, furono riutilizzati a decorazione dello stesso. Esso svetta in altezza per 45 metri, con una cuspide poggiante su un globo di rame, della circonferenza di 3,35 metri. Una banderuola, sovrastata da una croce in ferro battuto, completa la struttura. La croce è alta 4,65 metri nel braccio verticale e 1,55 in quello orizzontale. L’intero edificio fu ipotizzato di tre piani, con tre campane e con l’orologio destinato a battere esclusivamente le ore piene. Lentamente si provvide poi alle altre. Nel 1833, fu aggiunta la campana per i quarti d’ora. Il quarto piano, realizzato in un secondo momento, fu completato e chiuso da un cupolino, la cui funzione architettonica di abbellimento è ancora oggi evidente: il rivestimento in “riggiole napoletane” policrome e patinate. Questa copertura, oggi scomparsa è sostituita da asfalto verde. Nell’estate del 1943, un contingente dell’esercito nazista, nella confusione degli eventi successivi all’8 Settembre, dall’altezza dell’antica pineta locale, fece esplodere alcuni colpi di mortaio, in direzione della torre campanaria. Ulteriori danni il Campanile li subì nel 1962 e nel 1967, quando dei fulmini scaricarono la loro violenza sul cupolino. Alla successiva riparazione, si decise di installare un parafulmine efficiente. In tale occasione, furono rimosse le mattonelle policrome originali residue, che andarono interamente distrutte o disperse.
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