In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Restaurato nel 1999 il sito è raggiungibile dagli abitati di Duvredo, Tignerone e Vergonzo. Si erige su un rilievo chiamato Dosso della Vedova ai piedi del monte San Martino, e fu simbolo del potere dei conti d'Arco che ricevettero il feudo dal principe vescovo, Egnone D'Appiano, nel 1265, e la licentia edificandi castrum con il compito di difendere la popolazione in caso di pericolo.
Frequentemente coinvolto, come Castel Spine nel Lomaso, nelle lotte con altre famiglie nobili locali (Campo, Lodron, Stenico), mantenne sempre la funzione di fattoria fortificata. Per rimediare ai danni subiti fu rinnovato e rinforzato nella prima metà del XV secolo: a quest'epoca risale probabilmente la costruzione dell'imponente torre, alta 17 metri ma dagli spazi interni sottodimensionati, che fanno pensare che avesse soprattutto scopo dimostrativo del potere arcense nella zona.
Tutte le successive modifiche continuarono la trasformazione sempre più specializzata verso la gestione economica e lo stoccaggio delle derrate delle terre circostanti. Ad oggi la torre è la struttura meglio conservata del castello, che dal 1790 privato dei tetti e abbandonato, cadde rapidamente in rovina.
Durante la giornata di Domenica 24 marzo 2024 sarà possibile visitare, accompagnati dai volontari FAI e dai volontari dell'Ecomuseo Judicaria, le rovine di Castel Restor, scoprendone l'affascinante storia e la successiva rovina. Sarà l'occasione per approfondire la storia della famiglia dei Conti d'Arco, importante casata locale. Si consigliano scarpe comode per poter raggiungere le rovine.
volontari e volontarie FAI, volontari e volontarie Ecomuseo Judicaria