Abitata fino alla fine del secolo scorso, Casa Carbone offre un fedele documento della dimensione prettamente domestica del vivere borghese tra Otto e Novecento, dove una sobria e colta eleganza non oltrepassa mai la misura di una moderata discrezione. La visita si snoda attorno al Salone centrale, unica vera sala di rappresentanza della casa e fulcro della breve sequenza di camere e stanze di piccole proporzioni, confortevoli, accoglienti e gradevolmente arredate con mobili e suppellettili che rispecchiano il gusto per la rivisitazione degli stili del passato in voga in epoca eclettica. Un ciclo di tempere di fine XIX secolo orna invece i soffitti con figure e temi celebrativi tipicamente liguri; anche i coevi pavimenti rispecchiano la tradizione ornamentale rivierasca, con vivaci mosaici e motivi geometrici e floreali.
Tempere, mosaici e dipinti (per lo più di area genovese tra XVI e XVIII secolo) compongono un’importante cornice per il ricco e abbondante arredo, vero cuore pulsante dell’abitazione, il cui fascino risiede non tanto nei particolari di un buon quadro o nell’alta qualità di una porcellana, bensì nella resa armonica dell’insieme dei molteplici elementi, nell’eterogeneo accumulo e nella stratificazione degli oggetti, famigliare specchio di un’unica volontà superiore, quella del gusto e della personalità dei padroni di casa. Casa Carbone si presta quindi a un’operazione di ricerca di un passato comune, fatto non tanto di singoli capolavori, quanto di una quotidiana storia del gusto, di un domestico senso per un’epoca culturalmente degna di essere custodita e tramandata.
Al piano terra, gli ambienti dedicati all’accoglienza dei visitatori, sono arredati con mobili e oggetti d’arte, in linea con la storia della casa-museo, che molti donatori hanno affidato alla Fondazione attraverso eredità, lasciti e donazioni.
Al piano nobile, la quadreria del ’500 e ’600 di Scuola genovese e le raffinate collezioni di porcellane, orologi e ventagli. Fulcro del nuovo allestimento...
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Per mantenerlo intatto e curarlo in modo adeguato, questo luogo - come tutti gli altri salvati dal FAI - necessita di un’attenta manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, e periodici interventi di restauro. Inoltre, i costi di gestione che permettono l’apertura al pubblico sono significativi. Per questo abbiamo bisogno di un aiuto concreto da parte di chi, come noi, vuole mantenere vivi per sempre luoghi unici e speciali.