Un fondo salifero, dal nome misterioso, ultima di oltre 150 salinette a tramandare la tradizione antica della raccolta giornaliera del sale.
Narrate, gente, la vostra terra: ascolta il racconto di Alessandra Bollini
Parte integrante del Museo del Sale di Cervia (MUSA), l’antica Salina Camillone è l’ultima di circa 144 fondi saliferi a essere rimasta attiva dopo la trasformazione funzionale del 1959, anno in cui le “salinette”, lavorate fino ad allora artigianalmente, vennero accorpate in grandi vasche di evaporazione dove, alla fine dell’estate, il sale viene raccolto in un’unica soluzione con l’aiuto di attrezzature meccaniche più moderne. Con l’Armesa de sel (“Rimessa del sale”), a inizio settembre, i salinari rievocano quando il sale, sulle burchielle, imbarcazioni dal fondo piatto, adatte anche alle lagune poco profonde, veniva portato in città per essere stivato nei Magazzini del Sale. In passato la Camillone era indicata con il numero 89 e considerata una salina medio-piccola. Qui, ancora oggi, seguendo l’antica tradizione, i salinari volontari producono il sale con il metodo antico, con gli attrezzi in legno e le antiche procedure; da giugno a settembre si ripete il rito giornaliero della raccolta del sale, offrendo ai visitatori un’esperienza molto coinvolgente dal titolo “Salinaro per un giorno”. Le saline di Cervia, a differenza delle altre saline italiane, erano lavorate con un sistema antichissimo attribuibile all’epoca romana. Durante la stagione salifera, ogni fondo era assegnato a un salinaro, che lo lavorava aiutato da tutti i componenti della sua famiglia, soprattutto nel periodo della raccolta del sale. Proprio come un piccolo podere, la salina necessitava del lavoro dei salinari e di quello non specializzato delle mogli e dei figli come cavatori. Quella dei salinari di Cervia era una vera e propria arte, che si apprendeva giorno per giorno per imparare tutti i segreti dei movimenti delle acque, l’influenza dei venti e per evitare danni alla produzione della salina. Oggi purtroppo, la salina Camillone è anche un luogo simbolo del cambiamento climatico: a maggio 2023 è rimasta sotto un 1 mt di acqua durante l'alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna; sulla Salina grande nel 2023 non si è potuta effettuare la raccolta del sale.
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