Il monastero sorge lungo la via Flaminia, in località Schifanoia, un toponimo di origine longobarda che indica un luogo destinato al pascolo e all'allevamento delle greggi.
l'insediamento comunemente noto come abbazia, è considerato benedettino, anche se non confermato, ed è caratterizzato dall'attuale edificio religioso eretto nell'XI secolo nel luogo in cui secondo la tradizione, nel secolo VIII, San Michele Arcangelo sarebbe apparso su un carro trainato da tori che, infuriati dopo essere stati cacciati dagli abitanti del castello di Sant'Urbano, lasciarono le impronte degli zoccoli sulle rocce della montagna narnese.
I pastori di Schifanoia accolsero con gioia l'Arcangelo Michele che donò loro due ferri miracolosi, per cauterizzare le ferite prodotte dai morsi dei cani su uomini e animali preservandoli così dall'idrofobia.
Prima di essere collocati nella chiesa parrocchiale, i ferri furono un lungo conservati nella chiesa di San Michele Arcangelo.
Il potere taumaturgico attribuito ai ferri diede alla chiesa il carattere di santuario terapeutico tanto che, dal medioevo ad oggi, ha richiamato numerosi pellegrini da tutte le zone circostanti.
Il culto di san Michele Arcangelo, particolarmente venerato dai Longobardi, fa presumere che la primitiva fu forse innalzata su un preesistente insediamento romano nel VII-VIII secolo, come si deduce dai resti di pietra decorati secondo lo stile del tempo e chiesa come potrebbe essere provato dal diffondersi del culto per lo stesso santo e lo storico Guerriero Bolli lascia inoltre aperta l'ipotesi della possibilità di un legame stilistico-architettonico con modelli orientali.
Successivamente il culto fu alimentato dai monaci, stanziati nel piccolo cenobio costruito presso il santuario già nel secolo X.
La diffusione del culto di san Michele in tutta l'area circostante può essere ricondotta alla valenza apotropaica attribuita all'arcangelo protettore dei cani che da sempre sono preziosi collaboratori dei pastori.
Ciò è confermato dal fatto che nel passato l'8 maggio, festa di san Michele Arcangelo, maggio assumeva per gli stessi un importante significato, infatti segnava l'inizio della transumanza degli animali dall'agro romano alle montagne umbre.
Il complesso è formato dall'aula abbaziale, dal corridoio di collegamento e dalla costruzione sacra.
La facciata a capanna, è connotata da un portale a tutto sesto, leggermente spostato sul lato destro, sopra il quale si trova un'edicola con una croce ogni anno decorata con rami di bosso in occasione della festa di san Michele.
La parte superiore mostra una finestra tonda, forse a suo tempo un rosone, e un campaniletto a vela di fattura recente che sostituisce l'antico, andato distrutto.
L'interno è composto da due adiacenti volumetrie di cui la seconda, quella di fondo, sembra essere la più antica ea cui si accede attraversando un corridoio posto sotto il campanile della primitiva chiesa.
Le pareti del largo corridoio, che sembra un'anticamera, sono affrescate e la parte del pavimento corrispondente, anziché essere normali mattoni, come nella prima parte, è formato da fioroni di cotto scuro e lucido formati da quattro spicchi che non combaciando perfettamente formando una croce al centro di ogni limone, con un semplice e bellissimo effetto.