Un’estate in mostra: tre esposizioni da visitare nei Beni FAI

Un’estate in mostra: tre esposizioni da visitare nei Beni FAI

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Un’estate in mostra: tre esposizioni da visitare nei Beni FAI
Appuntamenti

18 luglio 2025

Approfitta dell’estate per una visita nei Beni FAI di Milano, Varese e Venezia. Un viaggio inedito tra collezionismo, fotografia e design: tre percorsi artistici racchiusi in altrettanti contesti di architettura, natura e bellezza, che raddoppieranno l’interesse e il piacere della tua esperienza.

Ghitta Carell. Ritratti del Novecento a Villa Necchi Campiglio – Milano

Davanti all’obiettivo di Ghitta Carell (1899-1972) posarono i massimi protagonisti dell’epoca: dall’aristocrazia all’alta società, dal mondo della politica a quello della cultura, e perfino della Chiesa, in Italia e oltre i confini. I suoi scatti nitidi, intensi ed eleganti, dallo stile inconfondibile, capace di fondere classicismo e modernità in un’estetica nuova e seducente, e di infondere bellezza, carattere, prestigio, e un sofisticato glamour, in ogni ritratto, costituiscono una galleria affascinante che attraverso volti, sguardi, pose, abiti e accessori, firme e dediche, ripercorre la storia e la cultura del Novecento.

Curata da Roberto Dulio, l’esposizione raccoglie più di cento opere, tra fotografie vintage –recuperate da decine di collezionisti privati – lettere, cartoline, libri, documenti d’archivio e l’attrezzatura fotografica, esposta per la prima volta in una mostra.

Tra le fotografie, alcuni ritratti sono legati al luogo, Villa Necchi Campiglio, come quello dell’architetto Piero Portaluppi, autore del progetto della villa, e delle due sorelle Necchi, Nedda e Gigina, che ne furono proprietarie, e la donarono al FAI; anche Giulia Maria Crespi, fondatrice del FAI, compare giovane a fianco della madre in un ritratto.

Guarda il video e scopri di più sulla mostra a Villa Necchi Campiglio

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Un altro sguardo. Opere dalla Collezione Gemma De Angelis Testa a Villa e Collezione Panza – Varese

La mostra Un altro sguardo. Opere dalla Collezione Gemma De Angelis Testa, inaugura un ciclo espositivo dedicato al collezionismo, inteso come espressione di un pensiero, di un’identità, come strumento di indagine, chiave di lettura del presente e pratica culturale dal valore educativo. Con questo obiettivo, il FAI porterà ciclicamente negli spazi espositivi della Villa importanti raccolte d’arte privata: altre collezioni che rivelano “altri sguardi” rispetto a quello di Giuseppe Panza di Biumo, che si riflette così precisamente nella collezione permanente di Villa Panza e nell’allestimento da lui stesso creato, da rendere questo luogo esemplare nel raccontare chi sia un collezionista e cosa significhi collezionare.

Nel primo appuntamento è dunque l’impronta esistenziale di Gemma De Angelis Testa – che in oltre trent’anni ha selezionato e raccolto opere di artisti come Mario Schifano, Pier Paolo Calzolari, Julian Schnabel, Bill Viola, Anish Kapoor, Tony Cragg, Anselm Kiefer – ad affiancarsi alla visione introspettiva e spirituale che guidò Giuseppe Panza, offrendo al pubblico di Villa Panza un altro sguardo sull’arte: da strumento di conoscenza interiore, come lo è stato per Panza, a forma di indagine sul presente, come lo è per Gemma Testa.

Guarda il video e scopri di più sulla mostra a Villa Panza

Formafantasma. The Shape of Things to Come al Negozio Olivetti – Venezia

Curata da Bartolomeo Pietromarchi, la mostra Formafantasma. The Shape of Things to Come – in esposizione fino al 28 settembre – è incentrata sugli arredi di design progettati dal duo di designer, architetti e artisti Formafantasma e realizzati riciclando parti di macchinari elettronici obsoleti, che assumono così una nuova funzione e nuove forme, e soprattutto offrono l’occasione di affrontare il tema attualissimo, ma non molto diffuso, dei rifiuti tecnologici.
Il progetto trova perfetta collocazione, e anzi un ulteriore livello di racconto, nel Negozio Olivetti, perché «accanto alle macchine storiche, conservate come pezzi da museo, che testimoniano gli albori di una rivoluzione tecnologica di cui la Olivetti fu protagonista a livello mondiale, gli oggetti realizzati con le macchine riciclate raccontano l’altra faccia di quella storia e gli esiti di quel progresso, non del tutto felici, svelandone alcune ombre e soprattutto gli attuali costi, per l’uomo e per l’ambiente», ha dichiarato Daniela Bruno, Direttrice Culturale FAI.

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