19 febbraio 2022
La prima giornata del XXVI Convegno Nazionale dei Delegati e dei Volontari del FAI, dedicato al tema del Paesaggio nella delicata fase della transizione ecologica, si è chiusa con un appello affinché le regioni che non l’hanno ancora effettuato portino a compimento l’iter di approvazione del Piano Paesaggistico Regionale, strumento di pianificazione quanto mai cruciale in un momento storico come quello attuale.
Così ha dichiarato il Presidente del FAI Marco Magnifico nel suo discorso di apertura della sessione odierna del Convegno: «Se i “nemici” del patrimonio storico e artistico, coloro che non lo riconoscevano, deturpandolo o abbandonandolo, hanno avuto spuntate molte delle loro armi, assolutamente non così i “nemici” del Paesaggio. Gli ormai famosi Piani paesaggistici, base indispensabile per una corretta e co-pianificata gestione del paesaggio, sono stati ridefiniti nel 2004 dal Codice Urbani e sono stati approvati solo in sei regioni su venti: Sardegna, Puglia, Toscana, Friuli, Piemonte e Lazio, anche se quest’ultimo presenta svariati problemi. Quello lombardo si è incagliato; altre regioni possiedono un piano non co-pianificato col Ministero della Cultura, come la legge impone, e dunque è come se non ci fosse. Sei su venti in diciott'anni! È un segnale mostruosamente eloquente del disinteresse al tema».
Daniela Bruno, Vice Direttrice Generale per gli Affari Culturali del FAI, ha rinforzato il concetto durante il suo intervento: «Redigere un Piano paesaggistico è uno sforzo enorme, che richiede anni: proprio per questo va favorito con incentivi consistenti alle Regioni, che devono percepirne l’utilità per lo sviluppo e non solo l’ostacolo e le rigidità della tutela; e vanno favorite le Soprintendenze locali, che portano nei Piani la conoscenza fondamentale del territorio, ma non hanno personale dedicato e competente, né strumenti informativi efficaci, oggi imprescindibili per semplificare l’esercizio della tutela e pianificare lo sviluppo».
Affidate al Ministro della Cultura Dario Franceschini le importanti conclusioni: «Il nostro straordinario patrimonio è da salvaguardare e difendere oggi più che mai, in un momento storico in cui la questione del paesaggio non è più meramente teorica ma si declina nel pratico, in quanto le esigenze della transizione ecologica, la necessità di investire in energie rinnovabili ci sospinge a interrogarci sul delicato equilibrio tra lo sviluppo e la crescita da un lato e la necessità di tutelare il territorio dall’altro. Si può e si deve trovare un punto di equilibrio intelligente, che consenta da un lato la crescita economica e l’incremento dell’industria delle energie rinnovabili – in primis solare ed eolica - ma contemporaneamente difenda i paesaggi. È molto importante ciò che il FAI sostiene: c’è bisogno di formare persone, di creare professionalità all’interno delle Soprintendenze e delle Università con competenze specifiche nella tutela del paesaggio. È di certo un obiettivo importante su cui certamente lavoreremo insieme, FAI e Ministero».
Parole accolte con entusiasmo dal Presidente Magnifico: «L’affettuoso e concreto messaggio del Ministro ribadisce la totale affinità di intenti tra il Ministero della Cultura e il FAI, e riafferma l’amicizia, la sintonia e la stima che legano da anni Dario Franceschini alla nostra Fondazione; per me, neopresidente, è un grande e incoraggiante stimolo a occuparci con sempre maggior entusiasmo ed energia del destino del Paesaggio italiano».
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