Nuova vita per il coro ligneo, un pezzo di storia e di fede della comunità di Guarda Veneta

Nuova vita per il coro ligneo, un pezzo di storia e di fede della comunità di Guarda Veneta

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Nuova vita per il coro ligneo, un pezzo di storia e di fede della comunità di Guarda Veneta
Dal territorio

11 dicembre 2024

Il 20 ottobre scorso è stato presentato il restauro del settecentesco coro ligneo custodito all’interno della chiesa parrocchiale di Guarda Veneta. Il restauro è stato reso possibile grazie alla partecipazione al programma “I Luoghi del Cuore” promosso dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo.

La chiesa di San Domenico

Guarda Veneta è l'ultimo paesino veneto del Polesine, situato a ridosso del fiume Po e dalla forte vocazione agricola. Abitato da circa 1.100 persone, qui ogni anno passano i viandanti che percorrono il cammino di Sant'Antonio e che si affacciano nell’antica chiesa dedicata a "San Domenico di Guzman". Edificata alla fine del Quattrocento, demolita attorno al 1580 e subito dopo ricostruita nello stesso luogo, la chiesa è conosciuta per l’arioso soffitto affrescato da Giovan Battista Canal (1745-1825), noto per aver diffuso in molte chiese i modi e le composizioni di Tiepolo, con "Le Tre Virtù Teologali" e "Le Quattro Virtù Cardinali". Sopra la porta centrale è collocato l'organo realizzato nel 1783 da Gaetano Callido, tra i più importanti organari del suo tempo, che arrivò insieme ai figli a realizzare quattrocento strumenti, diffusi in tutta la Terraferma veneziana. Annesso alla parrocchiale c'è il Battistero, di recente costruzione e ricco di mosaici (1960) e la torre campanaria dalla pronunciata cuspide a forma piramidale.

Il coro e la partecipazione a “I Luoghi del Cuore”

Nel 1769, al termine di un generale rifacimento, la chiesa viene riconsacrata e in questa occasione il Vescovo Speroni annota tra i lavori eseguiti la realizzazione di nuovi altari e la ricostruzione di presbiterio e coro. È proprio a quest’epoca che possiamo far risalire il manufatto. Ospitato nell’abside alle spalle dall’altare maggiore il coro – realizzato in legno di noce, presumibilmente da maestranze locali – è addossato alla parete, di cui segue l’andamento semicircolare. È composto da dodici sedute, i cosiddetti ‘stalli’, al cui centro si trova un seggio più grande e decorato. Davanti a questa struttura principale due banchi dalla medesima linea curva costituiscono altre sedute, oltre a svolgere le funzioni di leggii per i cantori dei dodici stalli. L’intero arredo poggia su pedane rialzate. Un coro molto caro alla comunità, che ne auspicava il recupero e che per ben due volte lo ha votato al Censimento “I Luoghi del Cuore”: oltre 1.000 voti alla decima edizione, triplicati nel 2022, in occasione dell’undicesima edizione. Grazie all’impegno dei componenti della corale, delle associazioni locali e di numerosi compaesani, il bene si è posizionato al 99° posto della classifica nazionale e ha potuto così accedere alla seconda fase del programma: il bando riservato ai luoghi che raggiungono i 2.500 voti e che permette di candidare progetti di restauro e valorizzazione al sostegno di FAI e Intesa Sanpaolo.

Il progetto di restauro del coro ha ottenuto un contributo di 7.500 euro, a cui si sono aggiunti numerosi cofinanziamenti raccolti da ben 14 piccole realtà locali.

Una vera e propria dimostrazione dell’amore e dell’attaccamento della comunità locale per il proprio patrimonio artistico e culturale, ma anche la prova di come si possano ottenere risultati importanti attraverso la partecipazione di tutti.

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Il progetto di restauro del coro

Il restauro ha permesso di far tornare il coro alla sua piena funzionalità: curato dalla dott.ssa Anita Masiero, si è concluso nel mese di settembre 2024. L’intervento è consistito nel consolidamento delle parti lignee, con aggiunta di piccole porzioni mancanti non recuperabili, in un risanamento generale di tutto il supporto ligneo tramite antitarlo e prodotti specifici in base alle problematiche riscontrate nei singoli punti di intervento e in una pulitura approfondita con una finitura di protezione. Per non deteriorare ulteriormente il bene si è scelto di trasferire in un laboratorio esterno solo la porzione anteriore, ovvero i banchi e il leggio centrale, mentre si è operato in loco sui tredici stalli e le pedane.

Il coro prima, durante e dopo il restauro

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