04 novembre 2021
Il FAI è presente a Recanati dal 2017 grazie a un accordo, unico nel suo genere, con il Comune di Recanati, il Centro Nazionale di Studi Leopardiani e il Centro Mondiale della Poesia e della Cultura “Giacomo Leopardi”, per la valorizzazione culturale e la gestione di una parte degli spazi del CNSL e dell’Orto sul Colle dell’Infinito, nello specifico la porzione del Colle conosciuta come Orto delle Monache, primo Bene FAI nelle Marche, inaugurato il 26 settembre 2019 alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Pubblichiamo parte discorso del Vicepresidente Esecutivo FAI Marco Magnifico tenuto il 27 ottobre 2021 durante la XV edizione del Convegno Internazionale di Studi Leopardiani a Recanati dedicata al tema “Leopardi e il Paesaggio”.
«Il FAI, ormai da cittadino di Recanati, non può non combattere a fianco di chiunque abbia a cuore la meraviglia e l’unicità di questo contesto. È stata la scommessa più ardita del FAI; e dopo due anni non è ancora vinta.
Il tema è - appunto! – la tutela del paesaggio leopardiano; è una vecchia storia che avevo avuto nella proposta del Sovrintendente Scoppola di una decina di anni fa, di vincolare tutto il cono ottico che si gode dal Colle dell’Infinito, un tentativo coraggioso e lungimirante ma, nei fatti, quasi impossibile per la estrema difficoltà di reperire i nominativi delle centinaia di proprietari del paesaggio che da lì si vede, e per l’enorme pericolo di una quantità – quasi certa – di ricorsi.
Ma le onde generate da questo importante sasso nello stagno lanciato da Scoppola non sono state inefficaci; e per fortuna, perché le minacce – non ultima quella di una discarica – alla conservazione e tutela del paesaggio sono sempre plurime e, come quella appunto di una discarica, provengono anche da Istituzioni dalle quali non dovrebbero arrivare. In particolare, in questo caso, dalla Provincia di Macerata, che circa 3 anni fa, promuovendo la realizzazione di una discarica – seppur per rifiuti residuali e non certo come quelle oscurate da voli di gabbiani alle quali eravamo purtroppo abituati ma che sono ancora aperte e attive in molte parti del Paese – su 70 luoghi giudicati idonei ne inserì quasi 15 nel territorio di Recanati; alcune nel cono ottico dell’Infinito! L’iter è ancora in corso e l’Amministrazione comunale di Antonio Bravi ha fatto con decisione e competenza le proprie osservazioni contro questa ipotesi, naturalmente ufficialmente avversata anche dal FAI e non solo ma, come si sa, ben sappiamo che se non si tengono gli occhi aperti… siamo in Italia!
Tornando però al tema generale della tutela del Paesaggio, è evidente – come lo stesso Carandini con forza propone nel suo primo Convegno Nazionale come Presidente a Trieste nel 2013 – che il FAI essendo oltretutto ora recanatese, e in forza del progetto realizzato, non può non occuparsi del contesto, monumentale e paesaggistico, sul quale l’Orto si trova.
Il FAI ha dunque chiesto alla Soprintendenza delle Marche, con una lettera del 2 luglio di quest’anno, di attivarsi con la Regione Marche per chiedere e ottenere una revisione del Piano Paesaggistico regionale inserendo una speciale tutela del paesaggio leopardiano (da definire come paesaggio letterario) e quindi ripercorrendo, con uno strumento meno complicato, forse un po’ meno cogente ma comunque per molti versi vincolante, l’idea della tutela del cono ottico.
La Soprintendente Arch. Mazza, in piena sintonia con questa richiesta del FAI, è stata purtroppo destinata ad altro incarico e siamo ora in attesa di riprendere il discorso – assieme al Comune di Recanati che pienamente condivide questa iniziativa – con il nuovo Soprintendente. Speriamo in bene ma certo non abbandoneremo la proposta. (Iter lungo ma strumento – il Piano Paesaggistico regionale – perfetto!)
E infine: il Comune di Recanati ha nel frattempo lodevolmente lavorato alla costruzione di un Piano particolareggiato dedicato al Colle dell’Infinito. L’idea ci è stata cortesemente presentata a luglio e il suo iter sta avanzando, dopo una prima proposta che ci verrà proposta e valutata, verso l’approvazione che dovrebbe avvenire tra fine anno e inizio 2022. Scopo del Piano, la definizione di parametri vincolanti per le future trasformazioni del territorio, tra i quali:
1) Tutela e incremento della biodiversità coinvolgendo agricoltura e pastorizia a sostegno del risanamento ambientale (suolo, corsi d’acqua, etc);
2) Sostenere il recupero edilizio degli edifici ad uso agricolo, tutelandone i caratteri storici e – importante! – migliorando quelli incongrui;
3) Lavorare sulla rete dei percorsi pedonali o ciclabili per strutturare itinerari turistici collegati al centro storico, al fine di mettere in luce, offrendo la possibilità di toccarle con mano, la visione della Natura e della ruralità del mondo leopardiano, percorrendo i luoghi evocati dal Poeta.
Un’idea condivisa pienamente dal FAI e che virtuosamente il Comune sta per condividere con gli altri attori del territorio al fine di valutarla, commentarla e magari integrarla. Non facile, tanti attori, tante resistenze. Non però il solito “Parco” calato dall’alto, ma un percorso – anche educativo - che nasca dalla indispensabile condivisione di chiunque opera sul territorio. Non una imposizione, ma una scelta comune.
E per chiudere: una riflessione di Leopardi del 18/20 agosto 1820 contenuta nello Zibaldone, e che con inequivocabile ruolo, il Comune di Recanati ha voluto porre a suggello del Piano Particolareggiato:
Tanto è possibile che l’uomo viva staccato affatto dalla natura, dalla quale sempre più ci andiamo allontanando, quanto che un albero tagliato dalla radice fiorisca e fruttifichi. Sogni e visioni. A riparlarci di qui a cent’anni. Non abbiamo ancora esempio nelle passate età dei progressi di un incivilimento smisurato e di uno snaturamento senza limiti. Ma se non torneremo indietro, i nostri discendenti lasceranno questo esempio ai loro posteri, se avranno posteri.
E dopo quello che è successo ieri a Catania, vuol dire che il pericolo della sesta estinzione di massa, della quale si parla se non si pone un freno al riscaldamento climatico, era già stato fiutato dall’incredibile Leopardi: “Se non torneremo indietro, i nostri discendenti lasceranno questo esempio ai loro posteri, SE AVRANNO POSTERI!”».
Con profondo dispiacere abbiamo appreso della scomparsa del professor Luigi Blasucci, tra i più insigni studiosi di letteratura italiana, professore emerito della Scuola Normale Superiore di Pisa, membro del comitato scientifico del Centro Nazionale di Studi Leopardiani.
Con generosità e passione ha collaborato con il FAI svolgendo un ruolo fondamentale nella scrittura del racconto dedicato alla poesia L'Infinito che apre il percorso di visita all'Orto del Colle dell'Infinito.
Lo ricordiamo attraverso le parole del nostro Vicepresidente Marco Magnifico:
«Il confronto – impari per dottrina ma non per entusiasmo – con Luigi Blasucci è uno dei più bei doni che la vita mi ha fatto; senza il suo appoggio, le sue indicazioni, la sua guida così nitida e così appassionata la nostra “visita guidata” all’Infinito non avrebbe mai potuto prendere forma».