16 gennaio 2024
Nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio si trova il borgo di Ossana, centro di secolare importanza per la Val di Sole: il castello di San Michele, documentato dal 1191, fu per secoli conteso tra i principi vescovi di Trento e i conti del Tirolo e dalla pieve di San Vigilio dipendeva l’intera vallata.
Al centro del borgo sorge un raro esempio di abitazione di origine medievale, ornato da un importante, ma poco noto ciclo affrescato. Il suo valore non risiede solo nella qualità delle pitture, realizzate nel Quattrocento, ma anche nel loro soggetto: accanto a temi religiosi si trovano, infatti, scene profane, con episodi di caccia e di vita cortese, particolarmente rare nell’arte trentina, al di fuori di castelli o sfarzose residenze aristocratiche.
Qui ci troviamo invece in quella che fu probabilmente un’abitazione della piccola nobiltà, profondamente modificata nel corso dei secoli. La prima trasformazione avvenne nel Quattrocento, quando alla prima costruzione medievale, forse una torre, venne aggiunto un secondo fabbricato a due piani. È a quest’epoca che risalgono gli affreschi e in particolare a una data posteriore al 1459: in quell’anno fu infatti concessa la nobiltà ai Migazzi, famiglia di origine valtellinese, ma impiantata nella vicina Cogolo di Pejo, il cui stemma si trova nel fregio decorativo che corre sopra agli affreschi, che all’epoca ornavano una camera al primo piano e la parete esterna del nuovo edificio. Tra XVI e XVII secolo venne annesso un terzo corpo di fabbrica davanti al precedente e la conformazione architettonica cambiò nuovamente: le decorazioni non erano più visibili dalla strada, ma all’interno di un ampio salone, ulteriormente modificato con l’aggiunta di una muratura al centro, che divise lo spazio in due stanze separate.
L’inserimento di una tramezza fu devastante, danneggiò non solo il ciclo affrescato, che fu tagliato a metà, ma la staticità della struttura stessa.
Celati per secoli sotto strati d’intonaco e dietro i rivestimenti lignei delle stanze, gli affreschi sono stati riscoperti e rimessi in luce solo nel 2000, durante alcuni lavori di manutenzione. La dimora, allora privata, fu successivamente acquistata dal Comune di Ossana: un impegno importante da parte di un piccolo comune di montagna, che conta meno di mille abitanti e che non dispone dei fondi necessari al recupero del Bene.
Votata al censimento “I Luoghi del Cuore” 2016 da 3.167 persone, la Casa degli Affreschi si era classificata al 100° posto, distinguendosi poi per la presentazione, al bando post censimento, di un progetto di fruizione tanto innovativo quanto interessante: data l’inagibilità della Casa era stata proposta un’esperienza di visita virtuale, realizzata all’interno del vicino Castello di San Michele.
Le immagini degli affreschi sono proiettate in grandi dimensioni, accompagnate da spiegazioni e dal racconto della vita di Ossana tra Medioevo e Rinascimento, in un ambiente del castello e una ricostruzione 3D permette di seguire la complessa evoluzione architettonica della casa e di individuarne i diversi corpi di fabbrica, che nei secoli si sono addossati l’uno all'altro.
Inaugurato nel 2019 in collaborazione con un’ampia rete di partner – tra cui, oltre al Comune di Ossana, la Soprintendenza per i Beni culturali della Provincia Autonoma di Trento e l’Azienda per il turismo delle Valli di Sole, Peio e Rabbi – questo progetto aveva un duplice obiettivo: permettere la conoscenza di questo Luogo del Cuore e mantenere alta l’attenzione nei confronti dell’emergenza della Casa degli Affreschi, stimolando la ricerca dei fondi necessari al suo restauro e alla successiva apertura al pubblico.
Negli anni seguenti, su impulso della Soprintendenza, il Comune ha affidato la progettazione del recupero della Casa e a ottobre 2023 la Provincia Autonoma di Trento ha stanziato, attraverso il Fondo per lo sviluppo locale, 1,2 milioni di euro per la realizzazione del primo lotto di lavori, che consentiranno il consolidamento statico, il rifacimento delle coperture e il restauro degli intonaci. Dovranno seguire i fondi per il secondo lotto, già progettato e andrà individuata tra varie opzioni la destinazione d’uso, comunque culturale.
Ma questo primo obiettivo, raggiunto anche grazie alla spinta della campagna “I Luoghi del Cuore”, segna un passo fondamentale, inimmaginabile fino a pochi anni fa, per restituire nuova vita a questa suggestiva casa affrescata.
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