17 dicembre 2025
L’ultimo esempio concreto della sperimentazione nell’uso di energie rinnovabili è la malga di Monte Fontana Secca. Lo Stallone, che era ridotto a un rudere prima dell’arrivo del FAI, è stato completamente ricostruito e oggi si configura come il fulcro della malga: non più una stalla, ma un edificio spazioso, confortevole e autosufficiente, pensato per l’accoglienza del pubblico, l’ospitalità, il ristoro e la didattica.
Qui, per soddisfare i fabbisogni elettrici e di calore si utilizza l’energia che arriva dal sole. Il tetto è stato riprogettato e ricostruito riprendendo il disegno originario: sulla struttura in legno di larice è stata montata la copertura in lamiera, utilizzando alluminio “secondario”, ovvero recuperato da scarti e sfridi di lavorazione. Su questa struttura sono stati aggancianti i moduli fotovoltaici, grazie a particolari sistemi di fissaggio, che permettono di non forare la copertura del tetto con viti, pensati per agevolare e semplificare il montaggio e lo smontaggio anche in condizioni complesse, come quelle che si possono presentare in alta montagna.
Sono stati installati 192 moduli fotovoltaici, per un’estensione totale di 215 mq, che generano una potenza complessiva di 24,40 kW e una produzione energetica annua per il primo anno di circa 30.520 kWh.
Questa copertura fotovoltaica sostiene il fabbisogno energetico dell’edificio e risponde ai requisiti di resistenza propri dell’alta montagna, mantenendo al contempo la coerenza estetica con l’architettura tradizionale del luogo. Un sistema tecnologicamente avanzato, curato in tutti i dettagli costruttivi, frutto del lavoro di co-progettazione tra i tecnici del FAI e l’impresa realizzatrice, capace di coniugare alta efficienza con la creazione di una superficie completamente integrata nel paesaggio.
Il “brutto” è quando i pannelli sono appoggiati sul tetto, ma qui sono integrati: “sono il tetto”!
Così anche a Podere Lovara, nel Parco delle Cinque Terre, l’energia arriva dal sole.
Sul tetto piano di Casa Rossa sono stati installati 22 pannelli fotovoltaici di colore rosso da 250 W per la produzione di energia elettrica, per una potenza massima di picco pari a 6 kWp, insieme a 4 pannelli solari termici dedicati all’acqua calda sanitaria. Inoltre, altri 24 pannelli fotovoltaici di colore verde da 300 W sono stati posizionati su una struttura di supporto in legno, perfettamente integrata nel paesaggio e non visibile né dal mare né dai sentieri del Parco delle Cinque Terre.
Anche questo intervento testimonia come l’innovazione tecnologica possa dialogare armoniosamente con il paesaggio, grazie a pannelli colorati sempre più efficienti e integrati, frutto di una continua ricerca in questo ambito. Queste tecnologie hanno permesso al podere di tornare a essere un presidio produttivo, culturale e sociale all’interno del Parco delle Cinque Terre, su quei versanti ripidi dove l’allaccio alla rete elettrica non arriva.
Anche a Villa Rezzola a Lerici (SP) 18 pannelli fotovoltaici sono stati integrati sul semenzaio del giardino, di fatto una “serra” i cui vetri, all’arrivo del FAI, erano in parte mancanti e in parte rotti.
Sostituiti da moduli fotovoltaici vetro-vetro trasparenti, questi pannelli alimentano il sistema di illuminazione del parco, progettato per non alterare le percezioni cromatiche notturne di piante, tronchi e superfici d’acqua e non creare inquinamento luminoso.
Questi moduli sono totalmente integrati negli elementi architettonici e, oltre a produrre energia, proteggono e regolano la performance termica della serra.
Il “bello” delle rinnovabili risiede dunque nel grande potenziale di ricerca e sviluppo tecnologico per creare soluzioni di qualità sempre più elevata, in cui forme, colori e materiali siano capaci di integrarsi con le strutture e nei paesaggi: un’innovazione che può essere applicata nel pieno rispetto del valore estetico e formale di un bene vincolato.
Consapevole del dibattito che attraversa oggi l’Italia, il FAI quindi osserva, studia, ricerca e propone un approccio propositivo, capace di leggere la transizione energetica non solo come una sfida, ma anche come un’opportunità.
Si tratta di una transizione che va guidata e pianificata, trasformata in un disegno coerente e in un progetto capace di trovare un equilibrio tra innovazione e tutela del nostro patrimonio – ambientale, paesaggistico e culturale – guardando al futuro con speranza e fiducia.
Una trasformazione che riparte dalle risorse presenti nei territori – l’acqua, il vento, il sole che cullano, sferzano e baciano l’Italia – per produrre un’energia che sia nostra e che sia pulita.
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