17 maggio 2022
La sostenibilità ambientale guida le attività del FAI e i progetti nei Beni con obiettivi di efficientamento energetico, di riduzione della sua impronta idrica, di tutela diretta di biodiversità e suolo. I Beni del FAI sono quindi luoghi protetti e tutelati, con tanti e diversi ecosistemi dove è possibile ammirare, a volte solo se si è fortunati, gli animali nel loro ambiente naturale: boschi e pascoli, coste e macchia mediterranea, zone umide, parchi e giardini: sono luoghi eccezionali, veri e propri scrigni di biodiversità.
Ecco, tra i tanti, alcune storie sulla biodiversità che vogliamo raccontare e che si possono trovare nei nostri Beni in tutta Italia.
Il Parco della Sila ha affidato in concessione al FAI dal 2016 la riserva biogenetica Il Bosco dei Giganti.
Il Bosco dei Giganti è unico nel suo genere: questo maestoso bosco secolare nel centro della Calabria sopravvive intatto dal Seicento all’ombra dei suoi imponenti “patriarchi”, che danno origine a un grandioso spettacolo della natura. Si conservano alberi alti fino a 45 metri, dal tronco largo 2 metri e dall’età straordinaria di 350 anni, testimoni delle antiche selve silane. Un bosco ultracentenario con oltre 60 esemplari di pini larici e aceri montani piantati nel Seicento dai Baroni Mollo, proprietari del vicino Casino Mollo, donato al FAI da Giovanna, Beatrice e Maria Silvia Mollo, nel 2016.
Qui vive lo scoiattolo nero, grazie a un ecosistema intatto, dove trova le migliori condizioni per vivere e riprodursi. È una specie diffusa solo nell’Aspromonte, nel Pollino e nella Sila.
Nel cuore dell’Umbria, lungo la valle del fiume Tescio, ai piedi della grandiosa Basilica di San Francesco ad Assisi, si estende un bosco di latifoglie dominato dalle querce e dai carpini, ma ricco anche di molte altre essenze, arboree, arbustive ed erbacee: un bosco estremamente speciale dal punto di vista ecologico, dove coesistono tanti ecosistemi diversi e dove anche la fauna è molto varia. Si contano nel comprensorio 83 specie di uccelli nidificanti e sono presenti piccoli mammiferi come il riccio, la volpe, l’istrice e la donnola.Il Bosco di San Francesco è un pezzo intatto di paesaggio umbro, luogo di armonia, silenzio e biodiversità.
A Pedroria, un alpeggio d’alta quota sopra Morbegno in Valtellina, il FAI ha recuperato 200 ettari di paesaggio alpino nel cuore delle Orobie Valtellinesi: un nucleo eccezionale di biodiversità florofaunistica che si estende su 200 ettari di superficie, di cui 70 a bosco e 20 a floridi pascoli per anni abbandonati, dove stiamo rilanciando l’attività pastorizia.
Dal nostro censimento faunistico è emerso che qui ci sono le arene di canto del gallo forcello, i luoghi dove durante la stagione degli amori mette in mostra tutta la sua bellezza. Ripristinare i pascoli e i prati, e quindi le aree aperte tra i boschi, significa dunque fare azioni anche per la conservazione di questa specie.
La Baia di Ieranto, Bene Fai dal 1987 è un luogo incantato, con una ricca macchia mediterranea, che si affaccia sui faraglioni di Capri. Il FAI è intervenuto riqualificando paesaggisticamente un contesto inizialmente degradato dalla presenza di una cava dismessa e oggi l'intera area è riconosciuta come Area Protetta Naturale dalla Regione Campania.
È anche un nodo primario della rete ecologica regionale e importante luogo di passo dei falchi che ogni anno tornano in Europa dopo aver svernato in Africa. Ospita diversi nidi di Falco Pellegrino, oggi molto diffuso in tutta l’area, ma alla Baia di Ieranto va il merito di aver protetto anni fa l’unica coppia nidificante, un vero successo di conservazione della specie.
Il fratino è un piccolo uccello che vive principalmente in ambienti umidi con acqua bassa, si nutre di insetti e piccoli animali del limo. Nidifica nelle spiagge a giugno proprio nel periodo in cui queste iniziano a popolarsi di umani, con grande disturbo alla covata. Per queste ragioni è una delle specie più a rischio tra quelle che ospitiamo nei Beni FAI.
Alle Saline Conti Vecchi abbiamo verificato insieme agli esperti di LIPU Oristano e AFNI Sardegna la presenza di diverse coppie di fratino che ci auguriamo possano presto nidificare. Insieme a ENI faremo il possibile perché la salina possa essere un luogo ospitale per tutelare le covate.
Al Giardino della Kolymbethra ad Agrigento sono arrivate le arnie che ospitano una razza di ape che era considerata estinta, poi ritrovata in un’arnia abbandonata e infine portata alle Eolie per la riproduzione in purezza: l’ape nera siciliana.
Oggi grazie ad un progetto promosso dal Parco della Valle dei Templi, al quale collabora anche il FAI insieme alla cooperativa Al Kharub, questa specie di insetto impollinatore si sta diffondendo in quest’area di straordinario valore archeologico e paesaggistico.
Le api, dunque, non sono tutte gialle e nere! Sono anche scure, grigie, oppure nerissime, solitarie e selvatiche, e costituiscono, in questa diversità, un patrimonio genetico da salvaguardare. E il FAI in 14 dei suoi Beni ospita alveari di apicoltori locali, con il comune intento di tutelare le api e sensibilizzare i visitatori sull’importanza degli insetti impollinatori, a cui si deve il 75% delle piante selvatiche e l’80% delle specie botaniche coltivate in Europa, tra cui frutta e verdura. Le api fanno molto più del miele!
Nel Brolo di Villa dei Vescovi (PD), in un’area di 6 ettari, sono presenti numerosi filari di viti che danno diversi tipi di vini e il frutteto ospita specie antiche di mele, pere e susine, uno scrigno prezioso in un mondo agricolo che ha perso la ricchezza di un tempo e si sta sempre più orientando verso la coltivazione di poche specie, adatte alla grande distribuzione.
Nel Brolo, ad esempio, è stata riattivata la coltivazione delle ciliegie marasche, pratica storicamente legata alla villa. Proprio quelle ciliegie da cui sin dal Medioevo nei conventi – originariamente a Zara, nella Dalmazia veneta – si ricavava il Rosolio Maraschino, un liquore noto ancora oggi con il nome Maraschino.
L’attenzione alla biodiversità è molto radicata nelle attività della Fondazione, per questo non utilizziamo pesticidi nel Brolo, così come in tutte le nostre aree agricole.