09 novembre 2022
È questa l’immagine decisamente forte che ha scelto Antonio Guterres, il segretario delle Nazioni Unite, per aprire i lavori della Cop27, la conferenza delle Nazioni Unite sulla lotta ai cambiamenti climatici che si è aperta (chiuderà il prossimo 18 novembre) a Sharm-El-Sheik, in Egitto. Proprio per questa urgenza, Guterres ha proseguito chiedendo
«un patto storico tra economie sviluppate ed emergenti – un patto di solidarietà climatica. Un patto in cui tutti i Paesi fanno uno sforzo in più per ridurre le emissioni in questo decennio, in linea con l'obiettivo di 1,5 gradi. Un patto in cui i paesi più ricchi e le istituzioni finanziarie internazionali forniscono assistenza finanziaria e tecnica per aiutare le economie emergenti ad accelerare la propria transizione verso le energie rinnovabili».
Sono arrivati a Sharm el-Sheikh per l’apertura dei lavori oltre 130 Capi di Stato e di Governo, una importante testimonianza dell’urgenza di agire, ma pesa l’assenza di Cina, India e Russia, responsabili complessivamente del 45% delle emissioni di gas serra in atmosfera, un’assenza che pone un’ombra sugli esiti finali del summit. Ricordiamo infatti che la Cina da sola è la responsabile di quasi il 33% delle emissioni globali, mentre India (7%) e Russia (5%) sono quarta e quinta della lista.
Diversi gli obiettivi annunciati per questa 27esima Conferenza delle Parti. Uno tra i principali è quello di raggiungere un risultato tangibile sulla cooperazione globale, un tema molto delicato e a lungo accantonato: il nodo del finanziamento dei danni già causati dai cambiamenti climatici, una questione che dovrà mettere d’accordo i paesi poveri e vulnerabili e i paesi ricchi che dovranno coprire i costi, attraverso i giusti meccanismi. Un secondo obiettivo è quello di garantire una transizione gestita e giusta verso un modello economico basato su uno sviluppo a basse emissioni e resiliente al clima, come previsto dall'Accordo di Parigi e dalle azioni rafforzate individuate a Glasgow. Senza dimenticare l’obiettivo principale, ovvero, evitare di retrocedere rispetto agli impegni presi, nonostante le molteplici sfide e crisi emerse negli ultimi anni, in particolare l’attuale crisi energetica. È necessario, a questo proposito, che tutti diano prova di leadership, confermando e addirittura rafforzando le promesse e gli impegni, assicurando al contempo che non si verifichino passi indietro di alcun genere.
Lavorare assieme per superare la sfida più grande, le Nazioni Unite con #togetherforimplementation hanno infatti lanciato l’invito alla collaborazione, per coinvolgere tutti i Paesi, le istituzioni ma anche i cittadini, singoli e associati, nell’agire con interventi e progetti di adattamento agli effetti generati dalla crisi climatica e per la mitigazione dei suoi impatti. Da questo spirito nasce l’attivazione del FAI con la campagna #FAIperilClima che prevede un programma di iniziative, a partire dalle visite speciali nei Beni che chiuderà il 21 novembre con un webinar dal titolo #FAIperilclima. Un incontro per saperne di più. Insieme per fare di più. Il webinar sarà trasmesso in diretta da Casa Bortoli, Bene FAI a Venezia. Città simbolo della crisi climatica.
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