05 dicembre 2024
Valduggia, piccolo paese di circa duemila abitanti in provincia di Vercelli, è sinonimo di campane da oltre sei secoli.
Qui la produzione dei sacri bronzi inizia nei primi anni del 1400, quando la fusione delle campane avveniva costruendo fonderie temporanee alla base dei campanili.
La prima testimonianza della produzione Mazzola è la campana della Chiesa di Luzzogno, nel Verbano Cusio Ossola, su cui è incisa la data “1475” sormontata dal marchio della Fonderia. Nell’arco di sei secoli si stima siano state fuse oltre 35.000 campane (circa 70 all’anno) destinate a suonare in tutto il mondo: dalla Cina all’America, dall’Australia all’Africa.
Nel 1875 la famiglia Mazzola si divide, Luigi Mazzola apre un nuovo stabilimento in via Cremosina, dove tutt’ora sorge la Fonderia, intestando la successione al figlio Achille che inizia a dedicarsi alla fusione di celebri opere come la campana della Consolata di Torino: 42 quintali e 50 kg per la più grande campana suonante del Piemonte e la ventiseiesima in scala nazionale.
L’attività di fusione viene portata avanti dalla famiglia Mazzola fino al 1993 e, dopo 5 anni di abbandono, lo stabile viene acquisito della famiglia Barlassina con l’obiettivo di valorizzare questa tradizione secolare.
Oggi l’Antica Fonderia è diventata un museo visitabile tutte le ultime domeniche del mese e in occasione di particolari eventi.
Il 14 settembre scorso è stato inaugurato il carillon a uso didattico di 9 campane, fuse con la tecnica dei Mazzola, utilizzando gli antichi fregi e le sagome originali conservati presso l’Antica Fonderia.
Lo strumento musicale è stato realizzato grazie al contributo di 22.000 euro messo a disposizione nell’ambito del programma “I Luoghi del Cuore”, promosso dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo e al cofinanziamento della Ditta di autotrasporti Colombo & Barlassina s.a.s.
Nel 2022, durante il dodicesimo Censimento, l’Associazione Amici del museo, composta da volontari locali e simpatizzanti, ha partecipato a manifestazioni sul territorio, con particolare attenzione ai paesi che conservano sui propri campanili, ancora risuonanti, le campane fuse dai Mazzola.
Grazie alla forza e alla determinazione dell’associazione, 17.457 persone hanno votato l’antica Fonderia di campane Achille Mazzola 1403 come proprio “luogo del cuore”.
Questo importante risultato ha consentito di partecipare al bando che FAI e Intesa Sanpaolo lanciano dopo ogni edizione del censimento mettendo a disposizione dei luoghi più virtuosi una serie di contributi economici. Grazie al contributo assegnato al bando è stato possibile realizzare il progetto di valorizzazione “Come i vecchi campanari” che attraverso l’articolato manufatto insegnerà l’arte campanaria e tramanderà, anche attraverso gli stampi autentici, la storia di una fonderia attiva sin dal Rinascimento e una tradizione ancora molto radicata nel territorio anche tra le giovani generazioni.
Questa tradizione offre un grande potenziale al paese dal punto di vista sia dello sviluppo economico, quale volano per il turismo in una zona depressa, sia di aggregazione sociale, attraverso la capacità della cultura campanaria di unire ed educare.
La realizzazione del carillon è stata affidata alla ditta Allanconi di Rivalta Cremasca (CR) che con cura e antica sapienza ha realizzato il concerto di nove campane. Utilizzando le sagome presenti nel museo la fonderia ha saputo modellare le campane con il suono riconoscibile della fonderia Mazzola. A livello estetico sono stati utilizzati i fregi conservati al museo. Il lavoro per la realizzazione di queste campane è durato diversi mesi: prima sono stati creati gli stampi in cera e solo successivamente, nella fase della fusione, il bronzo fuso ha potuto prenderne la forma, dando vita alla campana vera e propria.
Ogni campana suona una nota diversa, più note ci sono, più musiche si possono realizzare. Il carillon di Valduggia è composto da 8 campane più la settima minore quindi 9 campane in totale che collegate alla tastiera permetteranno di creare musica sacra e melodie varie. La campana maggiore è in movimento per creare il suono tradizionale ambrosiano. Le altre, fisse, sono collegate alla tastiera e suonate come un pianoforte.
Curiosità: una delle nove campane è di colore più scuro. Si tratta di un omaggio alla tradizione campanaria ortodossa ed è stata realizzata per il carillon come auspicio di pace.
Grazie alla collaborazione con l’associazione “Sfasciacampane”, un gruppo di giovani che si occupa del censimento delle campane e organizza concerti utilizzando le tastiere presenti sulle torri campanarie, verranno sviluppati all’interno del museo una serie di laboratori per le scuole dedicati alla diffusione della musica campanaria.
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