I Luoghi del Cuore
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VALLE STURA

CAMPO LIGURE, GENOVA

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VALLE STURA
La valle Stura è una vallata dell'Appennino Ligure attraversata dal torrente omonimo, che nasce presso i Piani di Praglia e confluisce nell'Orba all'altezza di Ovada, comprendendo i comuni liguri di Masone, Campo Ligure, Rossiglione e parte di quelli piemontesi di Ovada e Belforte Monferrato. La valle è attraversata in tutta la sua lunghezza dal torrente Stura e il suo territorio è racchiuso a sud dai monti che si affacciano sul versante marittimo, nell'entroterra dell'odierno abitato di Genova Voltri; la parte occidentale confina con i rilievi che circondano il medio e basso corso del torrente Orba, mentre la parte orientale con la val Polcevera e val Piota. I tre principali centri abitati (Masone, Campo Ligure e Rossiglione) sorgono nel fondovalle dove lo Stura ha creato nei secoli ospitali piane alluvionali. Il torrente nasce alle pendici del monte Orditano (938 metri sul livello del mare) nella zona denominata Piani di Praglia; la complessa ramificazione del suo bacino idrografico comprende diverse valli laterali, attraversate da torrenti e corsi d'acqua minori. La valle presenta estese zone boschive prevalentemente costituite da castagneti un tempo in gran parte domestici, il castagno fu infatti a lungo coltivato per il legname e per il frutto. Le zone meno acclivi, soprattutto nel settore meridionale del bacino sono invece caratterizzate da boschi di querce, al margine dei querceti, specialmente nelle zone a microclima estivo relativamente caldo e umido, si insediano poi comunità boschive a carpino nero e frassino minore mentre lungo i corsi d'acqua sono ancora presenti (seppure su estensioni ormai molto limitate) boschi ripariali a ontani, carpino e frassino maggiore. Assai interessante l'area boschiva attorno al Bric del Dente, dove accanto al faggio, in nuclei quasi puri compaiono anche lembi relitti di foresta mediterraneo-montana a faggio, tasso e agrifoglio. Importanti sono poi le praterie secondarie sviluppatesi sui substrati ofiolitiche caratterizzate da una flora tipica, fortemente selezionata dalla natura chimico-fisica del terreno. Tra le specie animali la vallata ospita uccelli rapaci come il gheppio, l'aquila reale, la poiana e il biancone, e sono molto diffusi due specie di picchi: il picchio rosso maggiore e il picchio verde; tra i roditori è diffuso il ghiro. Tra gli anfibi è segnalata la presenza del tritone alpestre, del rospo e di alcune specie di rane quali la Rana temporaria. I primi insediamenti umani nella valle si costituirono in una determinata area denominata "delle Ciazze". Qui alcuni ritrovamenti archeologici nel villaggio protostorico, effettuati tra il 1940 e il 1941, hanno permesso il ritrovamento di un corredo in ceramica datato dagli storici tra il 380 e il 330 a.C.; oggi i reperti sono in parte esposti nel civico Museo del Ferro "Andrea Tubino" di Masone.

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La valle Stura è una vallata dell'Appennino Ligure attraversata dal torrente omonimo, che nasce presso i Piani di Praglia e confluisce nell'Orba all'altezza di Ovada, comprendendo i comuni liguri di Masone, Campo Ligure, Rossiglione e parte di quelli piemontesi di Ovada e Belforte Monferrato. La valle è attraversata in tutta la sua lunghezza dal torrente Stura e il suo territorio è racchiuso a sud dai monti che si affacciano sul versante marittimo, nell'entroterra dell'odierno abitato di Genova Voltri; la parte occidentale confina con i rilievi che circondano il medio e basso corso del torrente Orba, mentre la parte orientale con la val Polcevera e val Piota. I tre principali centri abitati (Masone, Campo Ligure e Rossiglione) sorgono nel fondovalle dove lo Stura ha creato nei secoli ospitali piane alluvionali. Il torrente nasce alle pendici del monte Orditano (938 metri sul livello del mare) nella zona denominata Piani di Praglia; la complessa ramificazione del suo bacino idrografico comprende diverse valli laterali, attraversate da torrenti e corsi d'acqua minori. La valle presenta estese zone boschive prevalentemente costituite da castagneti un tempo in gran parte domestici, il castagno fu infatti a lungo coltivato per il legname e per il frutto. Le zone meno acclivi, soprattutto nel settore meridionale del bacino sono invece caratterizzate da boschi di querce, al margine dei querceti, specialmente nelle zone a microclima estivo relativamente caldo e umido, si insediano poi comunità boschive a carpino nero e frassino minore mentre lungo i corsi d'acqua sono ancora presenti (seppure su estensioni ormai molto limitate) boschi ripariali a ontani, carpino e frassino maggiore. Assai interessante l'area boschiva attorno al Bric del Dente, dove accanto al faggio, in nuclei quasi puri compaiono anche lembi relitti di foresta mediterraneo-montana a faggio, tasso e agrifoglio. Importanti sono poi le praterie secondarie sviluppatesi sui substrati ofiolitiche caratterizzate da una flora tipica, fortemente selezionata dalla natura chimico-fisica del terreno. Tra le specie animali la vallata ospita uccelli rapaci come il gheppio, l'aquila reale, la poiana e il biancone, e sono molto diffusi due specie di picchi: il picchio rosso maggiore e il picchio verde; tra i roditori è diffuso il ghiro. Tra gli anfibi è segnalata la presenza del tritone alpestre, del rospo e di alcune specie di rane quali la Rana temporaria. I primi insediamenti umani nella valle si costituirono in una determinata area denominata "delle Ciazze". Qui alcuni ritrovamenti archeologici nel villaggio protostorico, effettuati tra il 1940 e il 1941, hanno permesso il ritrovamento di un corredo in ceramica datato dagli storici tra il 380 e il 330 a.C.; oggi i reperti sono in parte esposti nel civico Museo del Ferro "Andrea Tubino" di Masone.
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