TRABOCCO TURCHINO

TRABOCCO TURCHINO

MARINA DI SAN VITO, CHIETI

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TRABOCCO TURCHINO

anno censimento

2018

numero voti

20,077

posizione classifica

14

stato del progetto

Concluso

tipologia

Restauro

Un’antica macchina da pesca che racconta le tradizioni e l’anima dell’Abruzzo e che caratterizza questo tratto di costa issandosi come “lo scheletro colossale di un anfibio antidiluviano”, prendendo in prestito le parole di Gabriele D’Annunzio.

Il Trabocco Turchino, costruzione caratteristica di questo tratto di litorale, è situato in località Portelle nel comune di S. Vito Chietino presso un piccolo sperone roccioso detto promontorio di Capo Turchino. Questo tratto di costa è caratterizzato da una progressione di promontori sul mare, una falesia arenacea, e di piccole cale laterali con fondo ciottoloso: tale sistema costituisce l'immagine tipica della zona.

Il trabocco è un’antica macchina da pesca che nasce dall’impiego di risorse locali, figlio della cultura materiale espressa dal territorio; questo, in particolare, è stato raccontato da Gabriele D’Annunzio (1863-1938) nel suo romanzo “Trionfo della morte” in seguito al suo soggiorno a San Vito Chietino nell’estate del 1899 e può quindi essere definito un esempio di genius loci ancora visibile. La sua presenza sul litorale teatino costituisce un elemento identitario unico del paesaggio marino, una testimonianza della storia e del passato di questa zona marittima.

Il Trabocco nello specifico, è costituito da una passerella di circa 80 metri di lunghezza, una piattaforma e il casotto; l’intera struttura si integra perfettamente con il contesto ambientale, arricchendolo di valori storici e di significati legati alla cultura materiale.

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TRABOCCO TURCHINO

MARINA DI SAN VITO, CHIETI

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TRABOCCO TURCHINO
Il trabocco, nato per far fronte ai bisogni delle genti che popolavano le coste abruzzesi, è una macchina da pesca concepita per pescare senza doversi avventurarsi in mare aperto. Costruito con tronchi di pino d Aleppo e funi, ha una forma che ricorda una palafitte protesa sul mare, semplice, flessibile, umile come la maggioranza degli Abruzzesi che nel trabocco si riconoscono e che lo considerano uno dei simboli di questa terra “forte e gentile". Anche Gabriele D'Annunzio ne è stato conquistato e nel “Trionfo della morte" lo celebra come “la grande macchina pescatoria simile allo scheletro colossale di un anfibio antidiluviano". Oggi è un’ attrattiva paesaggistica e turistica che unisce la terra e il mare dell’Abruzzo. Cattura i i 5 sensi del visitatore: la vista per i colori e la vastità del mare e della costa, l’udito per la voce del mare, l'olfatto per i profumi della macchia mediterranea, il gusto per l'aria salmastra e il buon cibo di mare e infine il tatto che viene accarezzato dalla brezza marina. L'anima ne verrà rapita.
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