PIEVE DI SANTA MARIA VECCHIA (CHIESA DEI MORTI)

GUSSAGO, BRESCIA

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PIEVE DI SANTA MARIA VECCHIA (CHIESA DEI MORTI)

Pieve di Gussago (detta anche Chiesa dei Morti dagli abitanti del luogo, poichè vi furono sepolti i morti della peste manzoniana). Situata in località Piè del Dosso, via S. Maria Vecchia, Gussago. In essa si trovano le tre lastre dette del Maviorano di epoca longobarda, conosciute e studiate prima in Germania che in Italia, ecco una descrizione dello storico dell'arte Pier Virgilio Begni Redona: Vi ribadisce che detto ambone è l'adattamento del sarcofago di un personaggio longobardo, raffigurato nel cavaliere che sta entrando nell'eternità. Dal fatto che vien rivestito dall'armatura di cavaliere, si desume che fu persona molto influente e ricca. Il ricorrere di tante rosette stellari, non è un riempitivo qualsiasi, ma il segno della presenza del sole nella spiritualità della cultura longobarda, e così pure della vipera che vi era venerata prima di accettare il Cristianesimo. Cultura non fatta rinnegare dal cristianesimo, ma... redenta... E' questo il filo che unisce e dà un senso logico ai vari simboli. Per la simbologia della lastra frontale: L'aquila è segno del pensiero e della sapienza... Il pesce è il simbolo usato sempre dai cristiani ad indicare Cristo. L'aquila che tiene il pesce negli artigli, è il segno della dimensione nuova, dentro la quale si muove il popolo longobardo, che ha lasciato la propria religione e cultura, per entrare nella religione nuova, la cristiana. Il cavaliere prende possesso di questa nuova realtà, come vien significato dallo zoccolo della zampa del cavallo, che si appoggia sull'aquila che tiene il pesce... Il pavone è segno dell'immortalità... L'agnello che porta la croce, è simbolo di Cristo Redentore. Il leone che tiene la coda rivoltata sotto le gambe è segno di profonda umiltà. La specie di lesena che divide la lastra Frontale come in due, e che nasce da una rosetta solare è simbolo dell'albero della vita a cui tutti si volgono... L'aquila che porta il serpente (già adorato dai longobardi) attorciliato negli artigli, è figura della Redenzione anche del serpente, che riscattato, si dirige anch'esso all'albero della vita. Nella lastra laterale dell'ambone, dice, vi è un inno al tema del sole e della Redenzione, come fusi in questa cultura. Fra le tante rosette stellari, quella grandissima che ne contiene altre piccole, simboleggia il fluire di questa vita... Dentro il grande cerchio, c'è il leone, simbolo della forza, ma che è stato pacificato, come si desume dall'atteggiamento della coda tenuta fra le gambe: leone fatto umile e che si nutre dell'albero della vita, verso il quale tutti tendono. Così pure i pavoni che hanno l'uva nel becco, proprio per indicare questa pienezza di vita e di Redenzione.

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