Giornate FAI di Primavera
22 - 23 marzo 2025
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Il fastoso Palazzo fu eretto per volere di Gian Francesco Labia, di origine catalana, che dopo essere entrato a far parte del patriziato veneziano nel 1646, aspirava a una dimora confacente al suo nuovo status. Una facciata della fabbrica insiste sul campo S. Geremia, una si affaccia sul Rio di Cannaregio, la terza è in vista del Canal Grande.

Il palazzo conosce una rapida decadenza con la dominazione austriaca, venduto e rivenduto, diventa sede di una segheria e di una fabbrica di tessuti. In seguito fu affittato a ben 27 famiglie. Per breve tempo fu proprietà di Natale Labbia, che nonostante l'omonimia non aveva nulla a che fare con la famiglia. Dopo la II guerra mondiale ospitò anche un dancing. Nel 1948 fu acquistato dal petroliere de Beistegui che, dopo un restauro alquanto approssimativo, aprì il palazzo con feste ad imitazione dei fasti dei Labia. Messo all'asta nel 1964 fu acquistato dalla RAI, che ne fece la sede operativa e di rappresentanza della RAI di Venezia e del Veneto.

La fabbrica originaria, seicentesca, è attribuibile ad Alessandro Tremignon e Andrea Cominelli. L'ala sinistra sul campo fu aggiunta, riprendendo il modello esistente, verso il 1740 da Giorgio Massari. Le facciate in pietra d'Istria presentano ricchi elementi decorativi. Al piano terra sono scandite da lesene dell'ordine dorico, mentre nei due piani nobili superiori le lesene sono di ordine ionico. Sotto la gronda del tetto delle facciate verso i canali, si alternano alle finestrelle ovali aquile aggettanti, simbolo dell'arma della famiglia. Verso la metà del XVIII secolo, Paolo Antonio Labia fa aprire il salone delle feste, affrescato poi da Giambattista Tiepolo con le Storie di Antonio e Cleopatra, mentre nel Salone degli specchi lo stesso artista affresca il soffitto con Zefiro e Flora. Non ci sono documenti che attestino alcuna data certa: si presume che Tiepolo operasse al palazzo negli anni immediatamente precedenti la metà del secolo. Le scene tiepolesche dell'Incontro di Antonio e Cleopatra, del Convitto, nonché il soffitto, sono racchiusi tra le fastose e illusionistiche prospettive del quadraturista Gerolamo Mengozzi Colonna. Quattro Sale si affacciano al Salone delle Feste: la Sala della Processione, Sala del Mappamondo, Sala di Bacco e Arianna e Sala dell'Aurora.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Gli splendidi affreschi di Giambattista Tiepolo dedicati alle storie di Antonio e Cleopatra, e le quadrature trompe-l'oeuil di Mengozzi Colonna che decorano il salone da ballo saranno il coronamento di una visita che permetterà di ammirare opere di altissima qualità anche nelle altre stanze del Palazzo. Tra queste si trovano gli arazzi con le storie di Scipione, alcuni dipinti di Palma il Giovane, Gaspare Diziani e Giandomenico Tiepolo.

Testo scritto da Delegazione FAI di Venezia

Visite a cura di

Delegazione FAI di Venezia

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