
In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Destinato in origine a casino (luogo di incontri e di svaghi) della famiglia Zane che nel 1665 aveva affidato a Baldassare Longhena la ristrutturazione della precedente dimora trecentesca, il palazzetto si trova nel Campiello del Forner (fornaio) o del Marangon (falegname), in un luogo appartato, poco frequentato dal turismo di massa. Il semplice ingresso è incassato nell'alto muro di cinta del cortile antistante il Palazzetto, che non è dunque visibile dal campiello.
La famiglia Zane, ricchissima e assai potente, vantava inoltre una illustre discendenza da Vipsanio Agrippa, suocero di Augusto. Nei secoli, il nome Vipsanio, attraverso numerose modifiche, si trasformerà in Zane. Gli Zane appartenevano alle 24 famiglie tribunizie, dette case vecie (vecchie), presenti in Maggior Consiglio. Nel 1695 iniziarono i lavori per la costruzione, sul retro del palazzo, di due edifici contigui, un casino e una biblioteca, oggi scomparsa, formanti una unica pianta a L.
Gli artefici furono gli architetti Antonio Gaspari e Antonio Rossi, della cerchia degli allievi e collaboratori di Longhena. Nel 1783 il palazzo fu venduto ai principi Collalto, che nel 1789 acquisirono anche il casino. Questo fu poi ereditato dall'arciduca Domenico di Asburgo-Lorena, che lo cedette alla fondazione Bru di Coligny. Dal 2008 è sede della "Fondazione palazzetto Bru-Zane, centre de musique romantique française".
Il casino è uno scrigno di raffinatissima arte figurativa e decorativa del '700 veneziano. All'interno, la struttura più significativa è una vasta sala a doppia altezza con soffitto a volta.Vi lavorarono artisti quali il Brustolon, che intarsia la balaustra in legno del ballatoio all'altezza del secondo piano; Sebastiano Ricci,che dipinge gli splendidi affreschi della sala e dello scalone d'onore; Abbondio Stazio, artista ticinese dello stucco; inoltre lo scultore Merengo e il quadraturista Fochi, che dipinge alcune staze a trompe-l'oeil. Nelle Giornate FAI di Primavera, il Fai si propone , con visite guidate, di aprire, far conoscere, far godere al pubblico un gioiello nascosto, assai sorprendente, interessante, prezioso.
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LIS, su appuntamento, domenica 26, alle ore 15:00, scrivendo a venezia@delegazionefai.fondoambiente.it