
In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Nei pressi della Basilica dei Frari, il Palazzetto faceva parte delle proprietà della famiglia Zane, una delle ventiquattro famiglie tribunizie a cui erano affidati l'amministrazione e il governo della Repubblica, già presente in Laguna sin dalle invasioni barbariche, agli albori della storia di Venezia.
Il primo documento che attesta la residenza degli Zane nella parrocchia di Santo Stefano confessore (vulgo San Stin) risale al 1567. Nel 1665 Domenico Zane affida a Baldassare Longhena il rifacimento del Palazzo Zane. Il nipote Marino ne eredita il patrimonio, insieme alla raccomandazione di incrementare la biblioteca e la quadreria di famiglia. Così, nel 1695, questi incarica Antonio Gaspari, di edificare, accanto al palazzo, un Casino destinato a custodire le collezioni ed ospitare le arti. Maria Contarini Venier fu l'ultima discendente degli Zane che poté legare il proprio nome al complesso edilizio di San Stin. I passaggi di proprietà nel corso del XIX e X secolo, portarono alla separazione tra i due palazzi Zane. Il casino fu sede dell'Istituto Tecnico Livio Sanudo, poi proprietà
Antonio Gasparri crea il giardino e il casino di Ca' Zane, e Marino, uomo pienamente aggiornato sui gusti dell'epoca, volle dotare le stanze del casino di un apparato a stucco e affresco degni del nome della famiglia, e ancor oggi ne rimangono alcune tracce. Per le decorazioni intervennero così lo stuccatore Abbondio Stazio e lo scultore Andrea Brustolon a cui è attribuita la balaustra che si affaccia sulla sala da ballo. Gli affreschi sono attribuiti a Sebastiano Ricci.
Il giardino, la scala, la sala da ballo, gli splendidi affreschi e la storia del Palazzetto arricchito dalla sua nuova vocazione musicale saranno i protagonisti delle giornate FAI di Primavera, nel racconto dei nostri volontari e delle Guide professionali "Amiche della Delegazione FAI di Venezia".
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