
In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Il palazzo Ferrari Sacchini monumentale gioiello architettonico del centro storico di Piacenza, posto all'angolo di via Carducci con via Romagnosi e poco distante da via XX settembre, è un esempio emblematico del cambiamento che l'edilizia locale subì attraverso l'influsso dei Bibiena, famiglia di architetti, pittori, scenografi giunti in Piacenza sul finire del XVII secolo al servizio dei Farnese.
Il palazzo, di proprietà demaniale e già sede del Ministero del Tesoro, da alcuni anni chiuso al pubblico e non utilizzato, fu voluto dal conte Corrado Ferrari che decise nella seconda metà del seicento di ricostruire la propria dimora al cui progetto concorse l'architetto luganese Domenico Valmagini che dal 1677 era al servizio del duca Ranuccio II Farnese .
La facciata, vivacemente decorata, è connotata alla base da un alto zoccolo in bugnato da cui dipartono paraste composite che collegano i due ordini di finestre, ravvivate da complessi timpani, allo sporto del tetto retto da mensole rigonfie, unite fra loro da grosse ghirlande di chiaro gusto bibienesco. Il cortile interno è caratterizzato da un doppio loggiato a colonne binate con trabeazione e arcate ribassate, da qui si accede allo scalone a tre rampe, ricavato da un vano con altana, riccamente decorato a stucco e con statue in nicchie attribuite a Provino Dalmazio della Porta, mentre lo sfondato della volta mette in evidenza la quadratura dipinta situata nell'altana. L'interno presenta pregevoli decorazioni ad affresco riconducibili a Robert De Longe (Bacco, La Fama vince il tempo e Trionfo di Cesare) e a Giovanni Battista Natali (Apollo e Satiri); era rivestito da tele con nature morte di Marcantonio Rizzi.
Il palazzo è di proprietà Demanio dello Stato ed era un tempo sede degli uffici del Tesoro e della Commissione Tributaria. Da alcuni anni gli uffici sono stati spostati e da allora il palazzo è inutilizzato e chiuso al pubblico. Il percorso di visita di quest'apertura eccezionale e del tutto straordinaria, partirà dall'ammirare la magnifica facciata barocca passando poi per il cortile interno e percorrendo lo scalone d'onore per approdare al primo piano con un luminoso loggiato e l'accesso agli spazi del piano nobile con grandi saloni affrescati e salottini decorati. Un luogo che non smette di stupire e di sorprendere per la cura dei dettagli nelle opere d'arte e architettura che contiene. A guidare la visita è senz'altro lo stupore per l'apparato decorativo e architettonico messo in opera con influssi bibieneschi che suscita una continua meraviglia per la strabordante bellezza da cui si è circondati.
VOLONTARI FAI