Il Museo civico di Belluno prese spunto dalla donazione avvenuta nel 1872 della pinacoteca del medico bellunese Antonio Giampiccoli, alla quale si aggiunsero la collezione di antichi bronzi, monete, medaglie, manoscritti e libri di interesse locale di Florio Miari; i materiali scientifici già conservati nel gabinetto provinciale naturalistico ed industriale istituito nel 1837; quelli donati dal geologo e naturalista Tomaso Antonio Catullo; la collezione dell’ornitologo Angelo Doglioni e quella del botanico Alessandro Francesco Sandi e molte altre donazioni. A completare le testimonianze della storia cittadina e provinciale, il primo curatore Osvaldo Monti, regio ispettore provinciale ai monumenti e scavi, aggiunse i registri deliberazioni dell’antica Comunità di cividàl di Belluno, anch’essi ospitati nel secentesco palazzo del Collegio dei giuristi, sede museale aperta al pubblico nel 1876.