I Luoghi del Cuore
Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare

LECCIO CONVENTO DI SAN LORENZO

PIGLIO, FROSINONE

590°

POSTO

5

VOTI
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LECCIO CONVENTO DI SAN LORENZO

Circonferenza m 3,70
Altezza m 18
Chioma m 24
Età anni 105

Possono esserci cento e una ragione per recarsi al convento francescano di san Lorenzo, nel territorio comunale di Piglio, in provincia di Frosinone, a pochi chilometri dalle più note località di Fiuggi ed Anagni. Qualcuno potrà andarci per ritemprarsi con l'aria salubre degli 850 metri di quota, sul versante meridionale del monte Scalambra; altri vi si recheranno per l'amenità del paesaggio, comprensivo del sottostante abitato di Piglio, così singolarmente sospeso lungo un ripidissimo pendio, quasi in procinto di scivolare a valle da un istante all'altro. Vi sarà anche chi vi si recherà per nutrire il proprio spirito con l'atmosfera mistica del convento, o per recitare una preghiera nella vicina grotta del beato Andrea; i più lo faranno per tutte queste ragioni insieme. Parte integrante del tutto, e perciò una ragione in più per effettuare la visita, è l'imponente Leccio che, sulla destra del viale di accesso, sembra dare il primo benvenuto ai visitatori, appena questi giungono sul piccolo piazzale antistante il convento. Il fusto, benchè di belle dimensioni, non può definirsi straordinario, pur avvicinando la ragguardevole misura dei quattro metri di circonferenza. Il fascino della pianta deriva invece e soprattutto dalla fiabesca esplosione del primo palco dei rami e dall'ampiezza dell'intera chioma che, con i suoi 24 metri di diametro, pone il leccio ai primi posti in una ideale classifica nazionale tra gli alberi della stessa specie. Eppure, nonostante la sua mole, la pianta non deve essere considerata molto vecchia: è poco più che secolare, risalendo la sua origine agli anni 1890-92, analogamente a quella di buona parte degli alberi vicini. La sua abnorme crescita è probabilmente dovuta all'incontro delle sue radici con una falda acquifera particolarmente ricca. La sua vita non abbonda di episodi di rilievo, se si esclude il fatto che la pianta è stata diretta testimone dei pesanti bombardamenti alleati che nel 1944, all'epoca della battaglia di Montecassino, devastarono tutto il basso Lazio. Diverse bombe caddero sulla settecentesca chiesa adiacente, lambita dalle ultime propaggini dei rami, sfondandone il timpano che venne successivamente restaurato. Gli ordigni, che non ebbero rispetto per il monumento architettonico, risparmiarono invece il monumento naturale che oggi, nel pieno del vigore, continua nel suo prepotente sviluppo per la gioia degli occhi dei visitatori. (tratto da http://www.lazionauta.it/wp-content/uploads/2010/10/Alberi-Monumentali-del-Lazio-IV-Frosinone.pdf).

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