In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.

Padergnone, frazione di Rodengo Saiano, è per metà borgo antico e per metà abitazioni moderne, affiancata dai vigneti della Franciacorta, con il bosco ceduo della collina a fare da sfondo. Circondata da vasto prato e preceduta da un viale di giovani cipressi, vi sorge la chiesa di Cristo Risorto, un grande monumento, un locus theologicus in cui si fondono intelligenza tecnica e fede. Nel vestibolo il testo in latino della lapide annota date, intenzioni e uomini che hanno concorso all'edificazione di questo nuovo tempio. Comodo parcheggio.

Nel panorama degli edifici religiosi franciacortini questa chiesa si distingue per molti versi ed è degna di segnalazione. All'esterno e all'interno presenta i simboli che riportano al credo fondamentale del cristianesimo, cioè la Risurrezione. La sua storia è breve, nemmeno ventennale. È stata costruita a tempo di record: iniziata il 16 maggio 2005 e consacrata il 23 settembre 2007. Tre gli attori coinvolti: il parroco don Gian Pietro Forbice, l'architetto Fabrizio Viola, che ha realizzato un'opera di grande impatto visivo, e Mons. Ivo Panteghini, che ha dettato le indicazioni teologiche, tutti sostenuti da parrocchiani e sponsor.

È un edificio circolare, come quelli tradizionalmente dedicati alla Resurrezione, con andamento a spirale. È massiccio e compatto, con alte murate in pietra, con conci solo sbozzati che creano un effetto fortemente pittorico, accentuato da due file di mattoni. All'ingresso principale un solenne portale in bronzo e sul lato destro la porta della penitenza, angusta apertura chiusa da una lastra di ferro. Il campanile, avendo la pianta a "spicchio di cerchio", da un lato si presenta come una torre campanaria e dall'altro come il torrione di un castello. L'interno è un'unica grandiosa aula circolare. La copertura è grande opera di ingegneria: un enorme fascio di travi poggia con andamento sinuoso sulle pareti esterne e si unisce al centro, lasciando due ampie finestre triangolari. Ampia vetrata dietro il presbiterio. Sul pavimento in cotto spicca la fascia centrale di marmo bianco che indirizza verso il presbiterio con altare e ambone in travertino bianco e giallo su disegno dell'arch. Viola. Ai materiali usati, considerati poveri, si contrappone la preziosità del tabernacolo in argento massiccio con placchette d'oro, castoni di pietre dure, tessere musive in oro e lapislazzuli, a indicare la sacralità dell'ostia in esso riposta.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Inutilmente contestata da chi ha visto segni massonici e luciferini dove ci sono citazioni bibliche ed evangeliche, la chiesa di Cristo Risorto di Padergnone è stata definita la più bella chiesa moderna che si possa trovare in Lombardia. I volontari FAI vi accompagneranno alla corretta lettura di questi segni e alla scoperta degli arredi sacri, opere d'arte realizzate con un progetto omogeneo con l'architettura. La Via Crucis in cotto è opera del famoso scultore bresciano Giuseppe Rivadossi, autore anche dei lunghi banchi arcuati e delle eleganti sedute nel presbiterio. A Federico Severino grande scultore bresciano, si devono il portale in bronzo con i simboli degli evangelisti e al centro due serpi che insidiano un nido di colombe, l'acquasantiera con il bacile che schiaccia il telamone-demone del male e la croce astile del presbiterio. La porta della penitenza è chiusa da una lastra di ferro squarciata dalla fiamma ossidrica. La gigantesca statua di Cristo Risorto è opera del maestro veronese Albano Poli. Il fonte battesimale in monolite di travertino è del trentino Flavio Senoner, come la statua lignea di Maria. Bellissime vetrate policrome.

Testo scritto da Maria Luisa Lazzari

Iniziative speciali

INIZIATIVA COLLATERALE: STORIE DELLA CANTINA MIRABELLA
Sabato e Domenica: 10:00-12:00 (ultima visita)  / 13:30-17:30 (ultima visita)
C/O Cantina Mirabella, Via Cantarane, 2, 25050 Saiano BS
Accesso libero con priorità per iscritti FAI fino ad esaurimento dei posti disponibili, contributo suggerito a partire da 3€.
Le visite durano circa 20 minuti.
La visita, curata dai dipendenti della Cantina e dai volontari del FAI, non sarà il tradizionale percorso incentrato sui processi di vinificazione del Franciacorta, ma si concentrerà sulla storia della cantina.
Si tratta di un edificio storico in stile vagamente fascista, noto localmente come “il Catinù”, costruito intorno al 1940, come cantina sociale, per favorire la cooperazione fra i contadini della zona,  migliorare la qualità del vino e investire in nuovi macchinari. L’edificio assunse un ruolo particolare alla fine della seconda guerra mondiale, quando il caveau divenne temporaneo luogo di prigionia dei partigiani catturati dalle truppe naziste e fucilati nella notte fra il 26 e 27 aprile 1945 sulla retrostante collina. Sono ricordati come i Martiri di Rodengo.