I Luoghi del Cuore
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CASCATE

CASCATE

CITTIGLIO, VARESE

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CASCATE
Immerse in un fitto bosco, le cascate di Cittiglio sono uno spettacolo naturale, difficilmente visibile se non da vicino perché nascosto dalla folta vegetazione di faggi, pini e castagni. Le cascate hanno origine dal torrente San Giulio, nella frazione Vararo che in antichità, nella lingua dei popoli di queste valli, gli Insubri, derivava dalla parola "war", "acqua". La leggenda I racconti tramandati di generazione in generazione presentano la cascata come un artefatto dell'uomo. Le modifiche sarebbero state apportate dalle popolazioni del luogo in epoca romana per conformare il terreno e renderle inappropriate ai movimenti delle corti romane. La leggenda narra delle gesta del condottiero insubro Gudon che, aiutato dal sacerdote Brion, chiamò in appello uomini e donne del villaggio per forgiare nuovi attrezzi di ferro e per modificare il corso del torrente, facendolo scendere sotto il villaggio e rendere difficoltoso l'accesso verso sud dei romani al villaggio. Tuttavia la portata non era sufficiente per scoraggiare l'invasore. Si costruì, allora, una diga in legno che sarebbe stata aperta al sopraggiungere dei romani. Al giovane di nome Cardan, accompagnato dal cane Clon, fu affidata la vedetta. Ma al momento dell'allarme il giovane cadde, rompendosi una gamba. Il cane intuì l'accaduto e sopraggiunse alla diga abbaiando e fornendo, così, il salvifico segnale.

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Immerse in un fitto bosco, le cascate di Cittiglio sono uno spettacolo naturale, difficilmente visibile se non da vicino perché nascosto dalla folta vegetazione di faggi, pini e castagni. Le cascate hanno origine dal torrente San Giulio, nella frazione Vararo che in antichità, nella lingua dei popoli di queste valli, gli Insubri, derivava dalla parola "war", "acqua". La leggenda I racconti tramandati di generazione in generazione presentano la cascata come un artefatto dell'uomo. Le modifiche sarebbero state apportate dalle popolazioni del luogo in epoca romana per conformare il terreno e renderle inappropriate ai movimenti delle corti romane. La leggenda narra delle gesta del condottiero insubro Gudon che, aiutato dal sacerdote Brion, chiamò in appello uomini e donne del villaggio per forgiare nuovi attrezzi di ferro e per modificare il corso del torrente, facendolo scendere sotto il villaggio e rendere difficoltoso l'accesso verso sud dei romani al villaggio. Tuttavia la portata non era sufficiente per scoraggiare l'invasore. Si costruì, allora, una diga in legno che sarebbe stata aperta al sopraggiungere dei romani. Al giovane di nome Cardan, accompagnato dal cane Clon, fu affidata la vedetta. Ma al momento dell'allarme il giovane cadde, rompendosi una gamba. Il cane intuì l'accaduto e sopraggiunse alla diga abbaiando e fornendo, così, il salvifico segnale.
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