In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
La Badia di San Savino si trova nel comune di Cascina, a 5 km da Pisa, le fanno da sfondo i monti pisani, la cima della Verruca e il monte di San Giuliano Terme; è fiancheggiata, a sud dalla via vecchia fiorentina (che poneva in comunicazione la città di Pisa con i centri più importanti della zona) e dalla bassa valle dell'Arno, a nord dal corso di questo fiume.Badia, il più antico monastero pisano in età longobarda, nel corso della sua lunga esistenza si trova al centro di controversie politiche e religiose, conosce alterne fortune, ospita persone in odore di santità, custodisce leggende.
Le tappe più importanti che segnano la storia della Badia di San Savino abbracciano oltre dieci secoli e vanno dalla sua fondazione alla trasformazione in un centro residenziale . 1115/1116 – Una piena dell'Arno distrugge la prima Badia, che viene ricostruita in località Montione dove oggi si trova.XIII secolo – Periodo del massimo splendore (legato alla fortuna della Repubblica Pisana).XIV – Inizio della decadenza (legata alla conquista fiorentina di Pisa).1 febbraio 1562 –La Badia passa sotto l'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano che la trasforma in una fattoria, apportando forti modifiche strutturali, nel 1755 sarà affittata a imprenditori agrari. 1792- i Lorena vendono la struttura e le terre alla famiglia Trivella di Pettori, attuali proprietari.
La Badia di San Savino è un monastero-fortezza, una struttura fortificata che misura 56 metri per 67,70; si può ancora distinguere la merlatura che un tempo la coronava, sebbene sia stata coperta per ricavarne abitazioni e soffitte. E'disposta su due piani: al piano terra i locali di servizio (magazzini, cantine stalle), al piano superiore le abitazioni dei monaci.L'ingresso al monastero è di notevole interesse: un ampio portone con un arco a tutto sesto introduce a una ripida scalinata coperta con una volta a botte e poi a crociera che termina davanti alla chiesa.Questa, in stile romanico, è costruita con blocchi di calcare grigio-bianco del Monte Pisano. Sulle fiancate esterne della chiesa si trovano: un'iscrizione relativa alla fondazione del chiostro del XIII secolo, l'iscrizione funeraria dell'abate Guido e la lapide dell'abate Martino e del conte Tancredi del XII secolo. L'interno, a croce latina, custodisce una preziosa acquasantiera ricavata da un cippo etrusco. Alla fine del XVI secolo la chiesa è stata fortemente modificata. Nel 1944 il campanile è stato distrutto dai tedeschi in ritirata e ricostruito negli anni novanta in anastilosi. A sud della chiesa c'è l'antica cisterna un tempo circondata dal chiostro, sostituito da un cortile con buche da grano(XVIII-XIX).
Nelle trasformazioni che Badia ha subito nel tempo e nelle iscrizioni ancora presenti nelle sue mura è possibile leggere le vicende che fanno di questo monastero-fortezza un oggetto culturale prezioso e scoprirne quindi il fascino e l'importanza. I narratori oltre a raccontarvi le vicende storiche e architettoniche della Badia, si soffermeranno sulla storia della beata Gherardesca e sulla leggenda della gallina d'oro. La beata Gherardesca, appartenente ad un'importante famiglia pisana, è vissuta qui nel XIII secolo in preghiera e penitenza,nella piccola abitazione con orto situata accanto al monastero. La leggenda della gallina dalle uova d'oro, nascosta fra le mura di un castello, ha probabilmente origini longobarde.I Longobardi, infatti, erano soliti mettere ai piedi dei defunti una gallina, antichissimo simbolo di accudimento, fecondità e rinascita, a cui Cristo paragona se stesso . Non a caso proprio alla regina Teodolinda è collegato un capolavoro dell'arte bizantina conservato nel Museo del duomo di Monza: la "Chioccia con i sette pulcini" detta anche "La Pitta di Teodolinda. Una leggenda narra che nelle mura di Badia sia nascosta proprio la chioccia d'oro.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell'IISS Antonio Pesenti di Cascina classe 3A coordinati dalla prof. Cristina Battistin