Ogni Bene acquisito o gestito dalla Fondazione porta con sé una storia e un significato particolare, uno «spirito del luogo», che il FAI si impegna a riconoscere e con il suo intervento conserva e valorizza affinché tutti possano riviverlo. Conoscere il Bene, capirlo e riportare alla luce con accuratezza e profondità lo spirito del luogo sono le prime e fondamentali azioni che il FAI si propone. Il progetto di restauro, gestione e valorizzazione, così come qualunque intervento futuro, dovrà dipendere da questa visione ed esaltare la vocazione specifica del Bene, fonte primaria del suo valore.
La complessità dei progetti di restauro e conservazione del FAI nasce dall’impegno di proteggere la storia e l’unicità di questi luoghi e al contempo di renderli vivi e accoglienti per poterli aprire al pubblico. I principi cardine dei nostri progetti sono:
I nostri professionisti interni, architetti specializzati in restauro e conservazione di edifici storici, ingegneri e paesaggisti, si occupano del progetto in tutte le sue fasi, dal concept iniziale fino alla completa realizzazione di tutte le opere, garantendo sempre quell’eccellenza che rappresenta il valore di riferimento del lavoro del FAI. A seconda della tipologia del progetto, ci rivolgiamo a consulenti esterni specializzati in particolari settori (come impiantisti, ingegneri strutturisti, paesaggisti, geologi, agronomi, lighting designer) e collaboriamo con università, istituti di ricerca e enti, in sinergia con gli organi di tutela del Ministero e le amministrazioni locali.
L’utilizzo di tecniche e materiali tradizionali e compatibili è sempre affiancato a soluzioni tecnologiche innovative, che permettono di intervenire nella maniera meno invasiva possibile e con un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale. L’unicità del contesto di ogni bene e dei territori coinvolti stimola a trovare soluzioni originali nel rispetto dei diversi materiali e tradizioni locali. Ma i beni su cui interveniamo spesso nascondono una stratificazione storica che può condurre a scoperte impreviste, costringendoci ad essere sempre pronti a ripensare al progetto per cercare nuove soluzioni in corso d’opera. Concluso il progetto di restauro e attuato l’intervento, il Bene viene monitorato attraverso un piano di conservazione che consente di stabilire le azioni future, determinando tempi di intervento e investimenti indispensabili per una corretta e continuativa tutela.
La conservazione e la sostenibilità ambientale hanno radici e obiettivi comuni: entrambi lavorano su delle “risorse non rinnovabili”, che per la conservazione non è altro che il nostro patrimonio culturale, da fruire e valorizzare in maniera compatibile con il suo valore storico e materiale. Gli edifici storici hanno uno stretto legame con l’ambiente naturale, in passato la progettazione era basata sull’utilizzo delle risorse disponibili e la realizzazione sulla conoscenza delle variabili climatiche, dei parametri geografici, topografici e biologici del luogo, in modo che gli edifici si adattassero al contesto in cui dovevano sorgere. Il riuso degli edifici esistenti è per sua natura un’operazione di natura sostenibile, che coniuga il risparmio di risorse naturali e materiali e il contenimento dell’uso del suolo. L’adeguamento funzionale, infatti, associato alla conservazione dell’edificio storico, aumenta il ciclo di vita dell’edificio, evita la produzione ingente di rifiuti da demolizione e limita consistentemente l’impiego di nuovi materiali. Negli interventi di restauro è fondamentale innanzitutto conservare quanto più materia storica esistente e utilizzare tecniche e materiali tradizionali, anche recuperati dalle parziali demolizioni dell’edificio o provenienti da siti affini.