Il FAI, già duramente colpito dagli eventi estremi che hanno interessato l’Italia, vuole creare le basi per un processo di adattamento ai cambiamenti climatici, attraverso la migliore comprensione dei rischi a cui sono esposti i suoi Beni – e dunque i territori in cui sono inseriti - e la conseguente realizzazione di misure volte a tutelarli e renderli più resilienti. Dalla manutenzione ordinaria, infatti, si sta adoperando per pianificare una lungimirante strategia di adattamento efficace e adeguata alla sfida che abbiamo di fronte.
IL FAI DEVE PRESIDIARE IL PROCESSO DI ADATTAMENTO AGLI EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI NEL BENI DEL FAI
Diversi Beni del FAI sono stati duramente colpiti dagli eventi meteorologici estremi che hanno segnato, in tutta Italia, la nostra primavera ed estate. Temporali eccezionali con venti fortissimi e grandinate mai viste hanno sfregiato il 31 maggio il giardino di Villa del Balbianello sul lago di Como, distruggendo piante, spazzando via persino il fondo e la copertura dei vialetti. Trombe d’aria, in Veneto, hanno allagato e compromesso logge, terrazze e la corte all’italiana a Villa dei Vescovi il 21-22 luglio.
Pochi giorni dopo, il 25 luglio, a Villa Necchi Campiglio – in seguito al violento nubifragio che colpiva Milano accompagnato da venti con punte oltre a 100 chilometri all’ora – veniva devastato il giardino della villa: enormi rami di platano spezzandosi sono caduti sul tetto della casa del custode, causando crolli e gravi danni, per fortuna senza feriti; sradicati e abbattuti diversi alberi e piante e detriti portati dal vento ovunque.
Il Bosco di San Francesco, in Umbria, è stato violentemente investito dall’esondazione del torrente Tescio, originata dal furioso nubifragio del 23 giugno: sentieri, uliveti, l'area picnic, tutto travolto dalle acque; l’area parcheggio, ricoperta di detriti; Torre Annamaria, gli attigui scavi archeologici e l’Osteria del Mulino, tutto invaso da acqua e fango. Detriti, alberi, pietre e rifiuti portati dalla corrente hanno sfigurato l’intera valle; le superfici prative e gli uliveti del Bosco hanno, tuttavia, contribuito a frenare la furia del Tescio fungendo da cassa di espansione, proteggendo l’abitato più a valle.
Al pesante bilancio dei danni subiti a causa di questi eventi straordinari, sono da aggiungere anche le molte conseguenze indirette portate dal maltempo. Le intense e continue piogge tra la tarda primavera e l’inizio dell’estate hanno, per esempio, seriamente compromesso le produzioni d’uva e vino a Villa Caviciana. Le condizioni climatiche hanno, infatti, favorito una eccezionale proliferazione della peronospora, il “fungo dell’acqua”, parassita che distrugge foglie e frutti della vite, mettendo anche a rischio la sopravvivenza della pianta stessa.
In foto Villa Necchi Campiglio dopo i violenti temporali del 25 luglio 2023. Ph. Barbara Verduci © FAI