Il Palazzo del Municipio si trova in Piazza dell'Unità d'Italia. Essa ha raggiunto l'aspetto attuale non per un disegno preciso, come di solito avviene, ma per il sommarsi di interventi e di edifici di epoca diversa (genesi anomala che peraltro condivide con varie altre piazze triestine, come ad es. piazza della Borsa). La definizione di questo vasto spazio e gli edifici che vi si affacciano hanno avuto “storie” diverse, accomunate però da una stessa caratteristica: l'importante ruolo che la committenza privata, e il suo notevole peso economico, ebbero nello sviluppo urbanistico della piazza.
Intorno alla seconda metà del 1800, il Comune decise di dare una degna sede alle istituzioni cittadine e quindi acquistò tutti gli edifici che fiancheggiavano la Loggia e il palazzo della Magistratura e bandì, nel 1873, un concorso per la costruzione del nuovo Municipio. Si scelse il progetto dell'arch. Bruni che prevedeva il parziale riutilizzo degli edifici preesistenti e una grande attenzione al prospetto, in quanto la facciata doveva essere la scenografica conclusione della piazza stessa. Si tratta un edificio in stile eclettico che rimanda, come il Palazzo Modello, al Cinquecento veneto e al Manierismo tedesco, quasi a voler testimoniare come Trieste fosse il punto d'incontro fra queste due culture.
L'impaginazione della facciata è molto articolata e plastica; verticalmente è qualificata dalle tre grandi bifore lombardesche che propongono una cariatide al posto della tradizionale colonnina, e sul tetto, in asse, tre grandi timpani centinati. Al pianterreno si aprono delle arcate sovrastate, nel mezzanino, da trifore riprese anche all'ultimo piano. I due piani intermedi sono scanditi da colonne di ordine gigante. Al centro della facciata si erge la torre a padiglione dell'orologio. Il monumentale del prospetto, che diede una significativa impronta scenografica alla piazza, non piacque molto ai Triestini che definirono il nuovo municipio “ cheba” (gabbia), “budel de leonfante”, “sipario”. Nel 1876 vennero collocati sulla torre due battiore in bronzo che vennero “battezzati” Michez e Jachez come i loro due predecessori della vecchia torre dell'orologio (ora gli originali si trovano nel museo del Castello di S. Giusto).
Nel corso delle GFA avrete la possibilità di visitare in esclusiva la Sala del Consiglio Comunale, dove si svolgono le sedute del Consiglio, che è dominato dallo splendido quadro di Cesare Dall'Acqua, raffigurante la prosperità di Trieste. Avrete la possibilità di accomodarvi sugli scranni lignei che fanno da contorno alla Sala e di ammirare Piazza dell'Unità dal balcone centrale del Palazzo. La visita proseguirà nel Salotto Azzurro, sede istituzionale del sindaco, dove dal 1800 vengono ricevuti gli ospiti internazionali della città: in questo luogo potrete ammirare due quadri del pittore austriaco Hans Makart. Infine, la visita si concluderà nella Galleria dei Sindaci, dove potrete ammirare i ritratti dei sindaci della città e ascoltarne le storie, da Enrico Paolo Salem a Gianni Bartoli.