La Tre Giorni per il Giardino è organizzata dal FAI e curata da Emanuela Orsi Borio. La manifestazione ha raccolto il testimone dall’architetto Paolo Pejrone e dalla fondatrice Accademia Piemontese del Giardino in occasione della scorsa edizione primaverile che si è chiusa con oltre 14mila visitatori, provenienti da tutta Italia, e con oltre 100 espositori.
La madrina dell’evento del 2023 è stata Maria Giulia Rossi di Montelera.
La Tre Giorni per il Giardino ha celebrato nel 2022 la sua trentesima edizione primaverile: tre decenni di consensi e soddisfazioni crescenti in una perfetta combinazione di tradizione e innovazione, saperi e pratiche, cultura della natura e attenzione all’ambiente e alla sostenibilità.
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Ideata nel 1992 da Marella Agnelli e dal fondatore e Presidente dell’Accademia Piemontese del Giardino Paolo Pejrone, prende ispirazione dal modello di Les journées des plantes di Courson, vicino a Parigi.
In Francia essere ammessi all’esposizione floreale del castello di Courson è un vanto che i vivaisti inseriscono sul marchio. Speriamo che l’appuntamento con la Tre Giorni per il Giardino offra una sorte analoga al castello di Masino.
Giulia Maria Crespi, fondatrice del FAI, 1994
1992, la prima edizione della Tre giorni per il giardino - Foto Dario Fusaro © FAI
Prima manifestazione florovivaistica d’Italia, la Tre Giorni nasce come una festa di campagna ma con l’obiettivo di diffondere la cultura del giardinaggio e del giardino e di stimolare la conoscenza e il contatto con la natura, anche attraverso la scoperta di nuove piante e collezioni botaniche grazie all’aiuto di alcuni vivaisti “pionieri”.
«Siamo consci di essere la custodia e la memoria di un bellissimo periodo, – ricorda Pejrone – nato e cresciuto all’insegna di una conoscenza profonda e di vivo amore per le piante: un mondo appassionato, preciso e generoso».
Espositori e visitatori alla Tre giorni per il giardino - Foto Dario Fusaro © FAI
La prima edizione della Mostra e mercato di piante insolite e speciali, destinate non ai grandi parchi o giardini, ma selezionate piuttosto per il “fazzoletto di terra”, il terrazzo cittadino o il modesto balcone che tutti possono avere: è con questo intento che nasce la Tre Giorni per il Giardino.
«Esclusi a priori gli industriali del verde abbiamo voluto favorire i piccoli allevatori, e tra loro quelli che lavorano prima di tutto per passione. Gente che si dedica alla coltivazione corretta di piante insolite, speciali ma anche semplici e spesso trascurate, cercando di tener vivo il più possibile il loro legame con la vita e la cultura del luogo di origine. Questo vuol dire anche recupero di varietà abbandonate dal mondo commerciale. Sì, si può dire che esista una curiosa e divertita specie di vivaisti-antiquari».
Nella suggestiva cornice del parco storico del Castello di Masino, tra tavoli rivestiti in juta, si possono ammirare e acquistare le clematis bianche - amatissime dalla poetessa e botanica inglese Vita Sackville-West - le rose Paul Neyron – così celebri un tempo che i loro colori davano il nome alla moda francese – e la varietà ottocentesca Chapeau de Napoléon - i convolvoli setosi che sulla via Krupp a Capri addolcivano i tormenti di Alfred Douglas per Oscar Wilde -. Ma anche gli iris di Van Gogh, la più importante collezione europea di oleandri, i gerani profumati, una folla di rododendri, camelie rare, e molte altre essenze di grande tradizione. E poi libri, arredi da esterno, attrezzi per il verde, persino animali da cortile e da giardino.
Sin dagli esordi della Tre Giorni, una giuria di esperti valuta i migliori vivaisti: la prima premiazione è stata presieduta da Marella Agnelli , collezionista, designer e fotografa, ma soprattutto ideatrice dell’evento.
Silvina Donvito, esperta di concorsi floreali e parte del gruppo dei “cofondatori” della Tre Giorni per il Giardino, presiede la segreteria della manifestazione.
L’architetta Gae Aulenti partecipa come membro di una delle giurie e il comitato d’onore, presieduto da Marella Agnelli, premia i migliori vivaisti della manifestazione.
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