Tante Care Cose, il mercato di rigatterie e anticaglie a Casa Macchi, è un autentico viaggio nel tempo tra mobili, lampade, libri, stampe, porcellane, giochi antichi e cimeli di ogni tipo: accessori e arredi dimenticati nelle case del passato, ritrovati negli armadi e nei cassetti o riscoperti tra archivi e soffitte polverose, da trasformare in oggetti di uso contemporaneo.
Perché le cose non sono solamente oggetti: il loro potere evocativo racchiude storie e atmosfere. Assorbono l’anima dei luoghi e lo spirito di chi li ha vissuti; sopravvivono alle epoche, conservando frammenti di memoria. Rappresentano abitudini, passioni, ossessioni, gesti compiuti all’infinito, o una volta sola, e poi dimenticati. Testimoni muti e protagonisti di storie, le cose amate tracciano un dizionario sentimentale della nostra vita, in grado di orientare linguaggi e consuetudini familiari.
A Casa Macchi, sono proprio gli oggetti comuni a raccontare la storia di una famiglia: i vestiti negli armadi, la caffettiera sul fornello, le lettere nei cassetti, rimasti immobili per mezzo secolo sotto un manto di polvere, hanno conservato intatta la memoria di una casa, che si fa ritratto di un’epoca. Elementi di arredo caduti in disuso ma fondamentali per comporre il quadro di un tempo in cui quasi nulla si rimuove, piuttosto si aggiunge, si accumula, si stratifica. È così che si è formato a Casa Macchi un deposito straordinario, perché autentico, integro e completo, di semplici oggetti ordinari, piccole ma preziose storie, che testimoniano la vita di una tipica famiglia italiana.
Dopo il successo degli ultimi appuntamenti, la prossima edizione prenatalizia ospiterà, oltre ad una accurata selezione di espositori antiquari, anche laboratori dimostrativi di restauro e riparazione, da giradischi, grammofoni e radio d’epoca, a ceramiche e porcellane. Come di consueto, il FAI parteciperà con un’ampia selezione di oggetti e arredi provenienti dal deposito della Fondazione e non destinati ad essere riallestiti nei suoi Beni: cose amate, consumate e vissute, tramandate di generazione in generazione, a cui offrire una seconda vita, una nuova casa.
E poiché oggi, sempre di più, gli oggetti di uso quotidiano compaiono e scompaiono in un avvicendamento quasi compulsivo, incapace di lasciare un’impronta e creare un legame, l’iniziativa si inserisce tra le buone pratiche promosse dal FAI che si pongono l’obiettivo di integrare concretamente il concetto di sostenibilità nel nostro quotidiano, partendo da semplici scelte compiute ogni giorno. Un’opportunità per promuovere la cultura del riuso e recuperare al contempo memoria del nostro passato.