La mostra riunisce 60 opere dai primi anni Settanta a oggi ripercorrendo per la gran parte la produzione dell’artista statunitense di origine irlandese, offrendo una profonda e robusta visione della sua ricerca e riconfermandolo tra i protagonisti della scena pittorica contemporanea.
La sua poetica, espressiva e minimalista allo stesso tempo, e la sua ricerca sul colore, il gesto, gli equilibri, le geometrie e la luce si sposano perfettamente con la sensibilità etica ed estetica di Giuseppe Panza creando un’affinità elettiva che si riflette nel progetto di allestimento della mostra dove le opere di Scully dialogano con quelle di artisti quali David Simpson, Phil Simps, Max Cole, John McCracken, ribadendo ancora una volta la volontà della Fondazione di proporre mostre intrinsecamente legate al luogo che le ospita.
Il percorso di visita si snoda tra le sale della villa al primo piano fino alla grande Scuderia del piano terra dove le opere ripercorrono circolarmente e quasi per intero la produzione dell’artista in un serrato incontro - scontro tra astratto e figurativo, a partire dai primi lavori su carta fino ai più recenti (la serie Eleuthera), dove le forme di matissiana memoria riaffiorano sulla tela. L’itinerario di visita si conclude poi nel parco con un inedito site specific che entrerà a far parte della collezione permanente: giocando con preziosissimi Landline di vetri, appositamente realizzati per l’occasione, Scully trasforma la serra del giardino, di epoca Portaluppi, in un raffinato e riflettente ambiente di luce e colore.
Le opere in mostra, carte, fotografie, installazioni e dipinti dalla superficie vibrante, creano una corrente che pulsa attraverso le stanze della villa generando una sensazione di ipnotica seduzione. Dai primi acrilici su tela degli anni Settanta - come Backcloth o East Coast Light 2 - che Scully definisce “supergriglie”, intricate trame di linee spesso riccamente colorate che creano illusioni spaziali, seguono i neri monocromi - come Upright Horizontals Red Black - dove per l’artista il nero non è un vuoto o un’ombra, ma un colore e dove l’equilibrio tra sensualità e austerità è alterato in favore della prima, fino ai Doric composizioni architettoniche distribuite per piani verticali e orizzontali rese evanescenti da un ardito tonalismo che attraverso la sovrapposizione di piani cromatici, trasmettono l’intensità materica del colore. Si giunge poi alla serie dei Passenger che, descrivendo dipinti nel dipinto e paesaggi dentro a paesaggi come finestre aperte sul mondo esterno, riconducono l’osservatore al dispositivo dell’opera come “finestra” che collega l’interiorità e l’esteriorità che tanto attrasse Panza durante le sua ricerca collezionistica.
Ancora una imponente serie di Landline, espressive e ardite partiture di colori in linee orizzontali, attivano un movimento poetico che va al di la` dell’astrazione e dove i contorni dei paesaggi si distendono e sfumano per rivelare la dimensione emozionale, fisica e personale di esperienze, traumi e memoria. Ispirate agli anni di Scully in Irlanda le opere rimandano principalmente ai quei momenti in cui l’artista si soffermava a guardare il mare, ispirazione intensificata durante il suo soggiorno veneziano dove l’acqua scorre attraverso i canali lasciando segni indelebili nella pietra delle architetture. A Villa Panza approda infine un trittico della serie di Eleuthera che descrive suo figlio Oisin sulla spiaggia alle Bahamas dove la figura umana viene raccontata nel cuore di una sintassi precedentemente astratta. Volgendo poi lo sguardo dai quadri alle fotografie si scoprono lavori complessi che restano al margine di una ricerca pittorica e che tuttavia ne alimentano le suggestioni.
Una produzione artistica che certamente non può esaurirsi nell’unicità di un’immagine o di un racconto, ma che si completa nella relazione dei suoi contrasti, nella dinamicità delle sue parti vacillando costantemente tra astrazione e rappresentazione in un conturbante equilibrio di disarmonie che conduce l’osservatore in un viaggio intellettuale ed emozionale profondo.
Il progetto espositivo di Villa Panza e` reso possibile grazie al prezioso sostegno di JTI (Japan Tobacco International), partner istituzionale del Bene, che dal 2012 affianca la Fondazione nella realizzazione di grandi mostre volte a valorizzare e promuovere il patrimonio culturale di Villa e Collezione Panza.
Villa e Collezione Panza è Museo riconosciuto da Regione Lombardia.
Orari di apertura:
Tutti i giorni (esclusi lunedi` non festivi) dalle ore 10 alle 18 (chiusura biglietteria alle 17.15). Ingressi:
Iscritti FAI: € 6,00
Intero: € 15,00
Studente (19 - 25 anni): € 10,00
Ridotto (bambini 6 - 18 anni): € 7,00
Speciale famiglia (2 adulti + 2 bambini): € 32,00
Gratuito fino ai 5 anni
Se acquisti il biglietto online per te il catalogo della mostra è scontato a € 25
In auto
Autostrada dei Laghi (A8) Milano-Varese fino a Varese centro. Proseguire seguendo le indicazioni per la Villa.
Convenzione Taxi
Radio Taxi Varese: tel. 0332 24 18 00 Possibilità di raggiungere Villa Panza dalle stazioni dei treni e dai vari hotel di Varese
In treno
Treni frequenti da Milano, Como, Lugano e Aeroporto di Malpensa. Scendere alla stazione di Varese Nord, proseguire con autobus linea A (in partenza da piazzale Trieste, di fronte alla stazione delle ferrovie dello stato), scendere al capolinea.
Tel. 0332 283960
email: faibiumo@fondoambiente.it