20 maggio 2024
Taio è un paese della Val di Non dove, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, erano sorti dei laboratori artigianali per la fabbricazione di manici da frusta. Tale attività era talmente fiorente da arrivare ad avere più di 300 persone impiegate in oltre 20 laboratori.
La riscoperta di questo antico mestiere è stata possibile grazie alla realizzazione del Museo delle Fruste curato e gestito da un’associazione di volontari. A pochi passi dal museo si trova una suggestiva “roggia” con i resti di costruzioni di opifici e mulini a testimonianza di altri antichi mestieri svolti dagli abitanti di Taio.
Durante le Giornate FAI di Primavera 2024 si sono svolte visite accompagnate a queste attività, oltre che a un’antica chiesetta del XV secolo ricca di storia e di arte.
A Taio vi è una Casa di riposo, i cui ospiti provengono prevalentemente dalla Val di Non e perciò conoscitori delle antiche tradizioni locali.
Dietro suggerimento di una componente del Gruppo FAI Val di Sole-Val di Non, che ha preso contatti con le animatrici della RSA, si è ritenuto arricchente per le giornate stesse collaborare con gli ospiti della Casa di riposo.
Nel grande salone della casa gli ospiti, con l’aiuto delle animatrici, hanno allestito una mostra fotografica ed esposto oggetti casalinghi e agricoli ormai desueti, ma ricchi di fascino e ricordi.
I visitatori sono stati coinvolti personalmente: da una vecchia valigia hanno pescato un biglietto su cui era scritta una domanda, relativa alla vita di un tempo, da rivolgere a uno degli ospiti della RSA. Gli anziani residenti hanno risposto alle domande con dovizia di particolari, confrontandosi tra loro e dialogando amabilmente con i visitatori stessi, creando un clima familiare coinvolgente.
Le animatrici e gli ospiti hanno raccontato vari aspetti della vita quotidiana di un tempo: quali erano i lavori nei campi e come si svolgevano, come si viveva nelle famiglie, cosa si faceva a scuola, come si celebravano le feste religiose.
Nell’ultimo appuntamento ospiti e visitatori hanno cantato insieme alcuni canti popolari antichi. Un'ex insegnante, residente nella struttura, ha distribuito a ciascuno dei presenti un fascicoletto, da lei redatto, con la storia di Taio. Un altro ospite, musicista, ha creato un tappeto musicale di sottofondo d’organo durante le visite all’antica chiesetta aperta per l’occasione.
"L’esperienza con questi narratori d’eccezione ci ha fatto capire che tutto il bello che ci circonda anche oggi, è stato creato, vissuto e soprattutto conservato e vive ancora nei ricordi e nelle tradizioni trasmesse. Quando una persona molto in là con gli anni muore è come se sparisse una biblioteca intera e molte cose si perdono per sempre". Cristino Gervasi, Capo Gruppo FAI Val di Sole Val di Non
L'idea nasce su iniziativa di un iscritto FAI, che durante uno degli eventi organizzati dal Gruppo FAI Giovani di Milano ha raccontato di quanto gli sarebbe piaciuto coinvolgere nelle visite gli ospiti della RSA in cui lavora. Dopo vari incontri con lui e i responsabili della prima RSA coinvolta, nel maggio 2023 è nato il progetto FAI cultura in RSA, che finora ha coinvolto tre RSA di Milano e provincia, per un totale di circa 6 incontri.
I volontari che partecipano all'iniziativa scelgono un luogo da raccontare, che può essere un Bene FAI o una delle aperture di Giornate FAI delle passate edizioni, raccolgono i materiali (soprattutto audio e video) e lo raccontano agli ospiti della struttura.
“La parte più bella di questa iniziativa è lo scambio sia generazionale che di conoscenze. I partecipanti delle RSA sono molto coinvolti nelle narrazioni, fanno molte domande, ma soprattutto raccontano a loro volta ricordi e aneddoti e condividono le loro impressioni. Per i giovani volontari è anche un modo per scoprire una Milano ormai scomparsa”. Silvia Giordano e Davide Marletta, Capo Gruppo FAI Giovani Milano
Ho pensato che sarebbe stato bello concedere una visita virtuale anche a chi, fisicamente, non può più farlo. E così ho contattato il titolare di una RSA di Genova, che tratta i pazienti come ospiti e che spesso propone iniziative di intrattenimento per loro. Gli ho proposto l'evento raccontando che il nostro scopo era quello di donare due pomeriggi di leggerezza agli ospiti e alle loro famiglie e nel frattempo far conoscere il lavoro che la Fondazione porta avanti per il nostro territorio.
Il primo incontro voleva essere di presentazione del FAI, così ho coinvolto Alessandro Capretti, Property Manager, per parlare dell'Abbazia di San Fruttuoso ed è stata una vera visita virtuale nella storia e nel Bene, proiettando immagini suggestive e inedite e raccontando la storia del borgo.
Il secondo incontro è stato a cura del nostro Delegato Andrea Chiantore, che con la sua passione per l'astrofotografia ci ha portato dai confini del sistema solare fino ai profondi spazi cosmici, facendo fare un viaggio nei cieli del Tigullio attraverso decine di immagini emozionanti, racconti di scatti rubati e di notti in bianco ad ammirare il cielo.
Sono stati due momenti molto emozionanti: vedere gli ospiti felici del nostro arrivo e i familiari attenti e curiosi ci ha aperto il cuore e noi volontari siamo tornati a casa con tanta energia positiva e voglia di fare.
In autunno l'arch. Domingo Tonini si è offerto di proporre loro una visita virtuale della Cervara e si è innescato un circuito virtuoso: la Delegazione viene vista dal territorio anche sotto un'altra prospettiva. Siamo stati infatti contattati da un'associazione di ipovedenti di Chiavari, che ci ha chiesto se possiamo organizzare una speciale visita attraverso un percorso dedicato ai non vedenti.
Così sto lavorando affinché Casa Carbone possa esser per loro un luogo di scoperta tattile, olfattiva e uditiva, per una cultura senza barriere accessibile e fruibile da tutti.
"L'idea è nata un po' per caso, da sempre sono convinta che la cultura e la bellezza debbano essere sempre più fruibili e accessibili a tutti; e che la disabilità, temporanea o permanente, non dovrebbe costituire un ostacolo o essere motivo di esclusione per nessuno". Glenda Colaninno, Capo Delegazione FAI Portofino-Tigullio
Sono abituato a tenere conferenze per pubblici eterogenei ma quando Glenda mi propose di progettare un intervento per gli ospiti di una RSA devo ammettere che ebbi un attimo di esitazione, non l’avevo mai fatto e non sapevo se ne sarei stato in grado! Poi la memoria ritornò a un episodio del passato quando da ragazzino mi portarono a far visita a un parente in una casa di riposo, penso sia capitato a molti di voi. Mi colpì il silenzio di quel luogo e gli sguardi assorti degli ospiti, sintomo dello scorrere monotono delle giornate in attesa di qualcosa che non arriverà mai.
Mi fu chiaro che dovevo risvegliare quelle emozioni che fanno dimenticare per qualche ora la routine quotidiana e per farlo avrei dovuto selezionare le immagini più belle, le più colorate e curiose per fare da sfondo al racconto del Bene di cui mi prendo cura da quasi 24 anni.
Avevo trovato la chiave di volta ma l’emozione iniziale fu grande, poi via via che le immagini scorrevano anche il racconto si fece meno sincopato e dallo sguardo attento degli ospiti capii che stavano abbandonando temporaneamente la noia quotidiana per farsi trasportare nel viaggio virtuale che gli avevo preparato. Certo non è stato facile tenere alta l’attenzione, tra qualche ospite che si assopiva e qualcuno che borbottava l’intervento è filato liscio fino all’applauso finale.
Prima di congedarmi si avvicina una signora, mi stringe la mano e con voce tremante mi ringrazia per l’intervento raccontandomi di quando venne in visita a San Fruttuoso con i suoi genitori, data l’età presumo prima della donazione al FAI, e rivolgendosi a una responsabile della struttura la esorta a organizzare una visita “… cosa vuole che sia! Basta solo prendere il battello da Genova!”.
“L’obiettivo di regalare un’ora di intrattenimento agli ospiti con parenti in visita attraverso il racconto di un Bene FAI e riaccendere la memoria su un luogo che alcuni videro ma che oggi difficilmente potranno (ri)vedere penso sia stato ampiamente raggiunto ed è questo il dono più grande che mi porto a casa da questa esperienza di inclusione, nata grazie alla proficua sinergia che la Delegazione Portofino Tigullio e l’Abbazia di San Fruttuoso portano avanti da anni”. Alessandro Capretti, Property Manager Abbazia di San Fruttuoso
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