La Vita Sobria: il problema del food waste nel mondo

La Vita Sobria: il problema del food waste nel mondo

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La Vita Sobria: il problema del food waste nel mondo
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14 giugno 2021

La tavola rotonda tenutasi a Villa dei Vescovi il 23 maggio 2021 ha fatto emergere la vastità della portata del problema dello spreco di cibo, dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, ma ha anche costituito un punto di partenza importante di presa di coscienza consapevole al livello della società civile.

La Vita Sobria

Domenica 23 maggio 2021 Villa dei Vescovi, Bene del FAI a Luvigliano di Torreglia (PD), ha ospitato La vita sobria, una giornata ispirata ai principi di sobrietà promossi da Alvise Cornaro, geniale ideatore della dimora dei vescovi di Padova immersa nei Colli Euganei, nell’omonimo trattato del 1558: valori straordinariamente innovativi per l’epoca, da riscoprire oggi e leggere in chiave contemporanea, per promuovere stili di vita sostenibili, salutari per l’uomo e per l’ambiente.

Dopo il successo dell’edizione 2019, la lente è stata puntata sul fenomeno dello spreco alimentare, che è causa di profondi squilibri sociali e di gravi danni ambientali legati alla disponibilità delle risorse, all’uso dei suoli agricoli, al ciclo dei rifiuti, e in generale a modi di produrre e di vivere insostenibili per l’ambiente.

Durante la mattinata, una tavola rotonda ha visto riuniti esperti e studiosi, e ha offerto al pubblico uno spaccato ampio e aggiornato sul problema del food waste nel mondo. Il pomeriggio, invece, ha offerto tutta una serie di attività, per bambini e adulti: dai laboratori con le erbe spontanee alle dimostrazioni di cucina con gli avanzi della chef Isabella Guariento, dal mercato di frutta e verdura “del giorno prima” a cura di Cucina Brigante alle visite guidate speciali alla scoperta della poliedrica personalità di Alvise Cornaro, al decalogo contro lo spreco di cibo offerto da Epta, fino ai laboratori di lettura delle etichette dei cibi, un piccolo ma importante strumento per contrastare lo spreco.

La tavola rotonda


Dopo i saluti di Alessandro Armani, responsabile della gestione operativa di Villa dei Vescovi, e delle istituzioni (il sindaco di Torreglia Filippo Legnaro e l’assessore alla Cultura, Turismo e Ambiente Resy Bettin), la tavola rotonda è stata moderata da Sara Menato (FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano), che ha contestualizzato la giornata nel segno della contemporaneità di alcuni spunti formulati 500 anni fa da Cornaro e introdotto l’ultimo report delle Nazioni Unite. Ogni anno, infatti, nel mondo vengono sprecate oltre 900 milioni di tonnellate di cibo (un dato allarmante, che sintetizza lo spreco alimentare domestico, quello di mense e ristoranti e quello dei rivenditori). La quantità maggiore di spreco è quella che deriva dalle abitazioni private, anche con riferimento ai Paesi meno sviluppati, dove si verificano una scarsa efficienza delle filiere e una certa insufficienza di infrastrutture e di programmi volti a contenere il fenomeno.

Questi due aspetti mettono in luce da una parte quanto le azioni dei singoli incidano in modo determinante sulla vita di tutti e dall’altro chiamano in campo con forza l’aspetto etico associato allo spreco, particolarmente inaccettabile se si considera che nel mondo ci sono quasi 700 milioni di persone colpite dalla fame, e che tre miliardi non hanno accesso a un’alimentazione equilibrata e sana.

L’altra faccia della medaglia del problema è costituita dall’impatto negativo dello spreco di cibo sul clima e in generale sulla salubrità dell’ambiente in cui viviamo, se si considera che tale impatto è stimato in emissioni pari a circa il 10% del totale dei gas serra.

La discussione è quindi entrata nel vivo grazie all’intervento di Sandra Corsi (FAO), che ha inquadrato il tema dell’accesso al cibo nel mondo e illustrato il ruolo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, con speciale riferimento alla sostenibilità e all'ottimizzazione della produzione agroalimentare rispetto alle necessità dei singoli Paesi. L’intervento ha sottolineato come le sfide che la contemporaneità pone non siano solo quelle di ottimizzare la produzione, ma anche di assistere nel processo stesso di ottimizzazione, con l’obiettivo di formare delle competenze locali e favorire processi partecipativi, i cui effetti positivi si protraggano nel tempo. Per questa ragione, i numerosi progetti della FAO sono portanti avanti secondo un approccio strutturale, per cui l’Organizzazione assume il ruolo di ponte tra produttori e istituzioni, fornendo linee guida precise sulla base di ricerche specifiche e legate a molti indicatori quali il clima, la politica, la socioeconomia del luogo. L’intervento ha fatto emergere con forza come la produzione e il consumo alimentare debbano imprescindibilmente essere sostenibili, ma come debba anche essere sostenibile – e quindi sobrio, per dirla con Cornaro – l’intero processo.

Guarda l'intervento di Sandra Corsi, Climate-smart Agriculture Officer FAO

Il WFP Italia (Comitato Italiano per il World Food Programme) ha fatto pervenire il proprio saluto all’iniziativa nella persona del suo Presidente, Vincenzo Sanasi d'Arpe, aderendo al principio di sobrietà quale efficace strumento atto a combattere lo spreco alimentare nelle aree del mondo più vulnerabili. L'attività promossa, infatti, è direttamente collegata all’opera di sensibilizzazione sull'obiettivo n. 2 dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, ovvero l'eliminazione della fame nel mondo.

Il tema della sostenibilità, da intendere non tanto come una rinuncia ma come una scelta consapevole, nonché le forti ricadute ambientali del consumo di cibo nel mondo, sono elementi che hanno creato il contesto per l’intervento successivo, di Daniela Bruno (Vicedirettrice per gli Affari Culturali FAI), la quale ha illustrato la nuova politica ambientale del FAI così come è emersa soprattutto nel contesto dell’ultimo convegno nazionale. La Fondazione, infatti, sta sempre più riscoprendo il concetto di Ambiente, un aspetto che di fatto la riporta alla propria iniziale vocazione. Se “ambiente” è ciò che sta da ambo i lati e che quindi racchiude per intero l’esistenza dell’uomo, le sue storie e le sue produzioni materiali e intellettuali, occuparsi di ambiente e farlo con un approccio non più omocentrico è un dovere dell’oggi. Ecco quindi la rinnovata importanza assegnata ai temi della sostenibilità ambientale ed energetica, portata avanti dal FAI sia con piccole azioni e migliorie implementate nei propri Beni sia attraverso grandi battaglie e progetti strutturali, a delineare una prospettiva nuova, fatta comunque sempre di scelte concrete: dal progetto degli insetti impollinatori nei Beni, all’efficientamento energetico e idrico, a un numero sempre maggiore di Beni di precisa vocazione agricola, ripristinati nella loro funzione produttiva originaria, al “Progetto Alpe”, a una rinnovata attenzione per i contenuti ambientali nel contesto dell’offerta culturale destinata ai visitatori.

Alessia Montacchini e Jean-Marc Louvin, dell’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO hanno arricchito la tavola rotonda raccontando l’operato della loro associazione giovanile a supporto dei programmi e delle iniziative dell’UNESCO. Hanno inoltre illustrato l’output del terzo Italian Youth Forum (Parma, 27 marzo 2021) dell’associazione, il Manifesto Next Generation You, quale impegno concreto per l’attuazione dei temi dell’Agenda 2030 dell’ONU. Infatti, in uno dei quattro temi centrali affrontati – “Nutrire il futuro” – sono state messe in evidenza sette proposte per il raggiungimento di sistemi alimentari più sostenibili, socialmente inclusivi ed economicamente giusti: dal concetto di cittadinanza alimentare alla necessità di creare nuove alleanze per il cibo, dalle borse di studio che l’associazione si impegnerà a erogare a neodiplomate e neodiplomati, alle attività di comunicazione e di educazione alimentare, ma anche alle sollecitazioni alle istituzioni competenti per il rafforzamento di un servizio civile universale agricolo e per una coerente applicazione e il continuo monitoraggio delle normative per le mense scolastiche e la creazione di orti collaborativi.


La conversazione è proseguita interrogando il mondo produttivo, per capire come il mondo l’imprenditoria stia rispondendo alle sollecitazioni del presente e nello specifico stia contrastando lo spreco di cibo.


Piero Scrobogna ha quindi illustrato la storia di Too Good to Go, un servizio fondato in Danimarca nel 2016 e oggi impegnato contro gli sprechi alimentari, in accordo con la missione di approdare a un futuro con zero spreco. Gli spiccati aspetti partecipativi legati al servizio, favoriti dalla popolarità stessa dell’app, portano alla creazione di numerose community spontanee che condividono una stessa visione del futuro, andando a definire un elemento chiave che fa di Too good to go anche un movimento di “attivisti”, impegnati contro lo spreco alimentare per la creazione di uno sviluppo che sia davvero sostenibile.


Maria Vittoria Borghetto, di Slow Food Veneto, ha concluso la tavola rotonda illustrando l’operato dell’associazione nata in Italia nel 1986 e ancora oggi impegnata a ridare valore al cibo, nel rispetto di chi produce, in armonia con l’ambiente e con gli ecosistemi. Dallo speciale punto di osservazione costituito dallo “Slow Food Youth Network”, l’intervento ha consentito di raccontare l’attivismo dell’associazione attraverso una rete internazionale di giovani impegnati ogni giorno per un sistema agroalimentare più buono, più pulito e giusto, e per tutti. L’intervento ha posto con forza il tema del coinvolgimento delle comunità locali, che l’associazione intercetta grazie ai propri gruppi radicati nei vari territori e rispondendo alle esigenze e alle peculiarità di ciascuna comunità e perseguendo una diffusione capillare del proprio operato.

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I temi emersi dalla tavola rotonda

L’importanza dei temi emersi dalla tavola rotonda – e in particolare l’impatto dei cambiamenti climatici, la lotta contro povertà e disuguaglianze, l’innovazione sostenibile – è confermata dal fatto che gli stessi sono al centro di iniziative di portata mondiale come il G20, quest’anno a guida italiana e programmaticamente incentrato su tre pilastri interconnessi di azione: Persone, Pianeta e Prosperità.

Mai prima d’ora era stato evidente come l’impatto delle azioni di ciascuno si misurano in modo diretto sulla vita e sul benessere dell’intera popolazione mondiale.

La discussione avviata nella giornata dedicata alla vita sobria a Villa dei Vescovi ha fatto emergere come a questa presa di coscienza debbano seguire l’adozione, il perseguimento e la promozione di stili di vita nuovi e sostenibili. Oggi più che mai si rende necessario uno sforzo condiviso di responsabilità e di lungimiranza da parte della comunità internazionale, ma tale responsabilità si costruisce a partire dai singoli e a fronte di una nuova educazione ambientale, civica e sociale, che consenta di formare consapevoli cittadini di domani.

Il FAI intende affrontare tali sfide e non abbandonerà questo tema, perché si sposa con la sua visione di un ambiente sostenibile, cui tutti possono contribuire adottando stili di vita rispettosi, equilibrati e sobri nell’accezione più innovativa e creativa del termine.

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