La catalogazione informatica del patrimonio culturale di Casa Macchi

La catalogazione informatica del patrimonio culturale di Casa Macchi

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La catalogazione informatica del patrimonio culturale di Casa Macchi
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10 dicembre 2024

Nel 2024 il FAI, grazie a un contributo di Regione Lombardia, ha concluso un progetto di catalogazione informatica di un nucleo di beni custoditi a Casa Macchi, a Morazzone, che prevede la compilazione di cinquecento schede di pre-catalogo con un’adeguata documentazione fotografica.

«La gestione e la cura delle collezioni costituiscono il principale compito di ogni museo poiché esse sono elemento costitutivo e ragion d’essere dell’istituto. (…)
Salvo casi eccezionali, previsti dalla legge, le collezioni sono inalienabili e il museo deve assicurarne la conservazione, la gestione e la cura:
- curando in via permanente l’inventariazione, la catalogazione e la documentazione dei beni;
- promuovendone la conoscenza, l’ordinamento, l’interpretazione;
- sviluppando, a partire dalle collezioni e dalla missione e dal mandato del museo, lo studio e la ricerca.»
(Allegato al D.M. 21/02/2018, p. 15).

Dal 2005 il FAI promuove la catalogazione informatica del suo patrimonio culturale, usando programmi di catalogazione sempre aggiornati e in linea con le normative regionali e nazionali vigenti, preservando e tutelando tutti i documenti di cultura e storia conservati nei propri Beni.

Cos’è la catalogazione?

La catalogazione è uno strumento fondamentale di conoscenza degli oggetti che compongono le collezioni museali. La compilazione della scheda, infatti, è occasione di studio e approfondimento dell’oggetto inserito in un contesto, sia esso quello ampio della storia dell’arte, che quello più specifico della storia collezionistica che gli appartiene. Dà quindi la possibilità di condividere informazioni precise, nuove e aggiornate sullo stato degli studi delle collezioni, sottolineando la necessità di approfondimenti ulteriori, per adempiere alle finalità museali di studio e ricerca e per garantire la base dei dati utili alla realizzazione di nuovi strumenti di racconto per i visitatori.

La redazione della scheda è importante anche per la registrazione dello stato di conservazione dell’oggetto, che è continuamente monitorato e aggiornato, in modo da fornire gli elementi per definire la programmazione degli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria ed eventualmente di restauro.

Il catalogatore, ovvero colui che redige la scheda di catalogo, è solitamente uno storico dell’arte, o in generale una persona specializzata in studi umanistici, con una formazione volta allo studio e alla ricerca, sia bibliografica che archivistica.

Durante il secondo semestre del 2024 il FAI, grazie a un contributo di Regione Lombardia, ha portato avanti un progetto di catalogazione informatica di un nucleo di beni custoditi a Casa Macchi, a Morazzone, che prevede la compilazione di cinquecento schede di pre-catalogo con un’adeguata documentazione fotografica.

Inventario preliminare degli oggetti custoditi

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Fotografare le opere per la catalogazione informatica

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Perché Casa Macchi?

Casa Macchi, a Morazzone in provincia di Varese, non era ancora stata interessata da una campagna di catalogazione informatica e sistematizzata del suo patrimonio culturale, ma solo dall’inventario redatto in occasione della stesura di documenti notarili e legali di accettazione dell’eredità della Casa e del suo contenuto.

L’attività di catalogazione informatica è perciò diventata una priorità per la gestione e la cura della collezione dal momento che la Casa museo è stata aperta regolarmente al pubblico nel dicembre 2022 ed ha ricevuto il riconoscimento museale da Regione Lombardia nel 2023.

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Casa Macchi e la sua collezione

Casa Macchi, chiusa per quasi cinquant’anni prima dell’arrivo del FAI e prima di allora comunque mai sostanzialmente modificata dalla fine dell’Ottocento, è un deposito straordinario, perché completo e intatto, di oggetti che testimoniano la vita com’era una volta. Conserva infatti uno spaccato integro e autentico della vita di una tipica famiglia borghese, come tante che hanno fatto l’Italia moderna, ma che nessuno racconta, perché non vi è nulla di straordinario nella sua vicenda, e perché appartiene a un passato ancora troppo recente.

La casa è composta da una ventina di stanze con semplici decori a tempera alle pareti, i tipici arredi lombardi di fine Ottocento, e tanti oggetti di uso quotidiano, lasciati esattamente com’erano: il cavastivali in legno all’ingresso, la pinza per allargare i guanti, il tiralacci per gli stivali, i servizi di piatti in ceramica di Laveno accanto a quelli di manifattura cinese. Interessante la collezione di opere su carta che si distribuisce in circa 200 esemplari, databili tra fine ‘800 e inizio ‘900, realizzati in materiali e tecniche differenti (disegni, dipinti su carta, stampe e fotografie), il cui tema dominante è la caccia.

Esempi della collezione di Casa Macchi

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Tutto questo costituisce un patrimonio originale, culturalmente significativo e profondamente suggestivo: questa è la ragione per cui è conservata, studiata e aperta al pubblico e per cui ogni oggetto, anche il più quotidiano, in questa casa ha bisogno di essere studiato. Si tratta di un catalogo curioso e diverso, rispetto a quanto siamo abituati a considerare un oggetto museale, ma è ugualmente importante da preservare perché gli oggetti comuni custodiscono una storia che, per quanto recente, vuole essere preservata e raccontata, così come i reperti archeologici o i capolavori dell’arte, soprattutto alle nuove generazioni.

Il coinvolgimento delle scuole

Contestualmente, si stanno portando avanti attività di comunicazione e diffusione specifiche come la pubblicazione delle informazioni più importanti contenute nelle schede di pre-catalogo sul portale web delle “Collezioni digitali del FAI”, e l’organizzazione di speciali visite guidate con il catalogatore e il conservatore a lavori in corso (“Il catalogatore racconta”) per il pubblico adulto e per le scuole secondarie di primo e secondo grado.

L’esperienza per gli studenti prevede la visita guidata speciale alla Casa, con il racconto specifico del lavoro di catalogazione, sia nella fase di inventario prima dell’avvio del cantiere, che di redazione e aggiornamento delle schede.

La visita è quindi incentrata sulla condivisione teorica della professionalità del conservatore e del catalogatore, in modo teorico ma esperienziale, con la condivisione della metodologia dell’approccio per la cura della collezione.

È una visita interattiva, dove i ragazzi sono chiamati a riflettere su come studiare oggetti di cui non si conosce la natura, le opere e gli oggetti d’arte. Chiude l’esperienza didattica un momento laboratoriale in cui i ragazzi realizzano schede di inventario di oggetti della collezione, seguendo il tracciato della scheda OA. Un’occasione, oltre che di conoscenza e approfondimento, anche di orientamento alle professioni culturali.

Una classe in visita

Il progetto si propone quindi di studiare, approfondire e conoscere sempre di più la collezione, così da poterla custodire, conservare e valorizzare al meglio all’interno del contesto del patrimonio storico-artistico lombardo e divulgare la conoscenza delle attività e delle diverse professionalità museali, anche quelle meno conosciute dal pubblico.

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