25 marzo 2024
Al Negozio Olivetti di Piazza San Marco a Venezia anche il più piccolo intervento di conservazione rivela un profondo significato, ricco di complessità. Da più di dieci anni il FAI si prende cura di materiali, soluzioni tecniche e dettagli inediti e originali nati dall’incontro tra il genio di Carlo Scarpa e il sapere degli artigiani che con lui hanno lavorato, e con cui, ancora oggi, ha la fortuna di poter collaborare. Il costante scambio tra l’architetto veneziano e i suoi artigiani, durante la fase di realizzazione delle sue opere, è uno dei tratti distintivi della poetica e del modus operandi scarpiano, la cui memoria merita di essere raccontata e valorizzata.
A gennaio di quest’anno, per la prima volta dalla sua costruzione, la porta laterale a bilico del Negozio – un monolite in pietra d’Istria di oltre 250 kg – è stata smontata per essere restaurata e trasportata via barca nel laboratorio di Francesco e Paolo Zanon, gli storici fabbri che fin dall’adolescenza, apprendisti nella bottega del padre, hanno lavorato a fianco di Scarpa alla realizzazione di alcuni capolavori dell’architettura moderna, come il Negozio Olivetti e il Memoriale Brion a San Vito di Altivole, Bene FAI dal 2022.
La porta secondaria è parte integrante della facciata laterale, che affaccia sul Sottoportego del Cavalletto, caratterizzata da un rivestimento in pietra d’Istria bocciardato, a cui fanno da contrappunto le grandi vetrate aperte ad angolo e sul fronte d’ingresso principale su Piazza San Marco.
Il serramento è un’opera di notevole ingegno tecnico: è composta da una lastra di pietra, alta due metri e spessa cinque centimetri, con un telaio in ottone invisibile dall’esterno in modo da dare continuità alla superficie della facciata, e impreziosita nell’angolo in alto a destra dal logo della Olivetti, disegnato nel 1954 dal designer Marcello Nizzoli, scolpito nella pietra e decorato con foglia d’oro.
La porta si apre a bilico con un meccanismo particolare, di rototraslazione, realizzato su disegno interamente in ottone. I binari su cui scorre, i perni su cui ruota, le viti che la sostengono, tutti i minimi dettagli rivelano la cura di Carlo Scarpa nella sua progettazione e hanno richiesto la stessa cura nel suo restauro.
Una frattura ramificata passante tagliava la porta lungo quasi tutta la sua altezza e la sua larghezza, dividendo di fatto l’anta in quattro porzioni distaccate tra loro; la fessura, già rilevabile nelle immagini fotografiche degli anni Ottanta, era progressivamente peggiorata negli ultimi anni, per cui si era resa necessaria una messa in sicurezza nel 2022.
Nell’officina Zanon, i restauratori hanno lavorato per oltre due mesi sulle porzioni lapidee, riconnettendole tra loro tramite un delicatissimo intervento di ricucitura, realizzato con l’inserimento in spessore di micoperni in acciaio inox. L’intervento di restauro si è poi completato con il rincollaggio delle scaglie di pietra – anche millimetriche – che sono state salvate e catalogate, con la stuccatura della fessurazione e l’integrazione di piccole lacune con resina e inerti, su cui il trattamento finale ha riprodotto la grana della finitura bocciardata del pannello lapideo. La porta è stata pulita solo con acqua per la rimozione dei depositi superficiali, per non cancellare in alcun modo la patina del tempo.
Parallelamente gli elementi in metallo del telaio e dei binari sono stati oggetto di pulitura e di protezione; le sostituzioni sono state minime e Francesco Zanon ha colto l’occasione per mettere a punto piccoli interventi che consentono la conservazione della porta anche per i futuri necessari interventi.
A inizio marzo, la porta è tornata al Negozio e riagganciata al suo posto al telaio in ottone, dove si stanno svolgendo i delicati interventi di finitura, sia sulla parte lapidea sia sul logo in foglia d’oro, che devono essere eseguiti in loco per poter garantire la migliore uniformità possibile con il resto della facciata.
La scelta di reintegrare più o meno omogeneamente la doratura del logo, con quale tecnica e quale materiale non è così semplice come può sembrare: l’intervento deve essere leggibile, durevole, ma al contempo non eccedere ed essere in armonia con il resto. Per questo la scelta sarà vagliata con la Soprintendenza e con la squadra di restauratori e professionisti specializzati, che si occupano della conservazione e del monitoraggio del Negozio fin dalla sua riapertura al pubblico nel 2011.
Il restauro è stato promosso e supervisionato dall’Ufficio Restauri e Conservazione del FAI
Committenza: Generali Real Estate
Progetto e Direzione Lavori: Arch. Giulia De Florio
Restauro lapideo: Giuseppe Tonini ed Elisabetta Longega
Opere fabbrili: Officina Zanon Gino di Paolo e Francesco Zanon
Opere lignee: Falegnameria Augusto Capovilla
Trasporti: Interlinea
Uno speciale ringraziamento alla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna
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