14 dicembre 2021
Il piccolo evento, cui hanno partecipato i parenti, pochi amici e colleghi, e le autorità locali, è stato fortemente voluto e organizzato dal FAI a ricordo di una sincera e duratura amicizia e di una collaborazione nata proprio al Monastero di Torba nel 1978 e qui curiosamente conclusasi quarantadue anni dopo con il suo ultimo cantiere di restauro, condotto con energia ed entusiasmo straordinari all’età di 95 anni.
Pinin Brambilla Barcilon, il cui nome è stato di recente aggiunto alle iscrizioni nel Famedio del Cimitero Monumentale di Milano, nella sua lunghissima e brillante carriera ha alternato con la stessa dedizione incarichi di massimo rilievo, primo tra tutti il ventennale restauro de L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci nel monastero del santuario di S. Maria alle Grazie di Milano, a interventi minori come quello nel piccolo oratorio in cima alla torre tardo-romana del Monastero di Torba, di cui nel 1978 ha riportato in luce l’originaria decorazione ad affresco, un ciclo pittorico risalente all’VIII-IX secolo che era completamente nascosto da un pesante intonaco. Sugli stessi affreschi ha voluto personalmente mettere mano ancora nel 2020, per una necessaria ripresa a scopo conservativo che ha svelato ulteriori dettagli su materiali, tecnica ed esecuzione, che precisano e arricchiscono il racconto di questa piccola ma significativa testimonianza dell’arte alto-medievale lombarda di epoca longobarda, inserita dal 2011 nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO all’interno del sito seriale I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.) che oggi, tutelata e valorizzata dal FAI, richiama decine di migliaia di visitatori l’anno.
La S. Messa, officiata dal parroco di Gornate Olona, si è celebrata nella piccola chiesa medievale di Santa Maria al Monastero di Torba per la prima volta da quando il FAI, divenuto proprietario del Bene nel 1977, l’ha restaurata, dopo che era stata utilizzata come stalla nel Novecento e poi abbandonata. Nell’abside sono conservate le ceneri di Renato Bazzoni, che ha condotto i primi restauri al Monastero, incaricando Pinin Brambilla Barcilon del lavoro sugli affreschi: si deve a lui, e a Giulia Maria Crespi e Franco Russoli, tre fondatori del FAI, l’acquisizione di questo come primo Bene della Fondazione, luogo simbolico, caro e significativo, per il FAI e per la sua storia.
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